Vaccino Covid, il commissario Arcuri lancia l’allarme sui rifornimenti: l’Italia rischia grosso perché Pfizer non rispetta gli impegni
Fino ad oggi la campagna vaccinale contro il Covid in Italia sta procedendo spedita, nonostante alcuni dubbi iniziali. Ma le prossime settimane potrebbero essere molto delicate e mettere in crisi tutto il sistema nazionale. Tutto per colpa di Pfizer che ha preso una decisione pesantissima.
Ad annunciarlo è stato il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri. A metà pomeriggio di oggi l’azienda americana ha comunicato che da lunedì consegnerà il 29% di dosi in meno rispetto a quanto prevista dal piano di consegna. Una decisione unilaterale, dettata dalla difficoltà nella produzione in massa del medicinale negli stabilimenti europei.
Un problema non solo italiano, ché la stessa comunicazione è stata inviata a tutti i Paesi che fanno parte dell’UE, ma non è una consolazione. “Pfizer ha altresì annunciato che non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, né tanto meno in che misura”, ha spiegato Arcuri.

Un ritardo pesante che rovina anche tutti i piani di vaccinazione in Italia. Dopo la prima fase dedicata agli operatori sanitari, al personale e agli ospiti della Rsa doveva scattare la seconda. Già dalla fine di gennaio infatti era previsto l’inizio delle punture per gli Over 80, oltre che del personale docente. Con questi ritardi il governo dovrà rivedere tutto.
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Gli ultimi dati confermano che i vaccini anti Covid in Italia funzionano. L’ultima monitoraggio ufficiale fissa in 1.039.366 le persone vaccinate da quando il 27 dicembre scorso il vaccino Pfizer ha cominciato a circolare.
Finora lo hanno ricevuto 627mila donne e 374mila uomini, pari all’1,7% della popolazione italiana. Sono 754mila operatori sanitari, 159mila del personale non sanitario e 87mila ospiti nelle RSA. Le regioni che ne hanno utilizzate più dosi sono la Campania (88,5%), il Veneto (77,2%), l’Emilia Romagna (73,9%) e l’Umbria (73,4%). Sotto il 50% invece la Calabria (43,3%) e la Basilicata (47,4%).
Il prossimo vaccino in arrivo è quello prodotto dall’americana Moderna che è già stato autorizzato. Da febbraio dovrebbe invece esserci quello di AstraZeneca e Oxford insieme all’italiana Irbm. L’altro vaccino atteso in primavera è quello monodose prodotto da Johnson&Johnson, pronto per marzo o al massimo aprile. Sullo sfondo il vaccino italiano ReiThera per il quale è già cominciata la sperimentazione sui soggetti sani di età tra i 18 e i 55 anni.