Bari, la direzione distrettuale antimafia ha emesso un’ordinanza relativa all’esistenza di un gruppo criminale che controlla il settore ittico della zona.

L’accusa è quella di aver monopolizzato per anni il mercato ittico del pesce, utilizzando per raggiungere i loro fini minacce indirizzate a ristoratori e grossisti del luogo, danneggiando economicamente i piccoli operatori del luogo. Questo è quanto emerge da un’indagine condotta dalla Direzione Distrettuale antimafia di Bari. L’inchiesta ha avuto inizio nel 2019 grazie a una segnalazione anonima e ha portato il Pm Ettore Cardinali a scoprire un sistema, secondo l’accusa di stampo mafioso, che controllava il mercato con metodi estorsivi e criminogeni. Va però precisato che una parte delle accuse sono però state già archiviate. Le indagini non hanno riguardato soltanto Bari, ma anche le provincie di Foggia e Bat e altre amministrazioni comunali del territorio. In particolare, i magistrati hanno individuato nel mercato ittico del comune di Margherita di Savoia, uno dei punti di snodo fondamentali del traffico criminale sul quale si sta indagando.
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Bari, ipotesi organizzazione mafiosa finalizzata all’evasione fiscale

Attualmente, nel mirino della procura sono finiti sei grossisti del settore e ventisei imprese del luogo che operano nella pesca e nell’acquacoltura. Nell’ordinanza, i militari scrivono che la maggior parte di queste imprese “hanno presentato dichiarazioni dei redditi solo per alcune annualità (spesso relative ad annualità remote), altre ancora hanno dichiarato solo i redditi percepiti come persona fisica da altre ditte, mentre talaltre pur risultando ancora attive non hanno mai presentato alcuna dichiarazione”.
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Gli stessi militari precisano però che al momento non ci sono in realtà abbastanza elementi per asserire con certezza che ci si trovi di fronte a un’organizzazione criminale di stampo mafioso. Per il momento infatti, scrivono nel documento, ci si può limitare a constatare che si trova di fronte a un sistema illecito caratterizzato dall’evasione fiscale, come testimonia l’assenza di dichiarazione dei redditi da parte di molti degli indagati.