Napoli, il rider rapinato: “Ringrazio per la solidarietà, ma qui non è possibile vivere liberamente”

Aggredito brutalmente da sei persone mentre era in sella al suo scooter, intento a svolgere il suo lavoro da rider. La vicenda di cui il 50enne Gianni è stato – suo malgrado – protagonista, è diventata ben presto di dominio pubblico nazionale grazie a un video girato da un residente di Calata Capodichino, che ha ripreso col suo cellulare il rider rapinato con violenza.

PER APPROFONDIRE >>> https://www.inews24.it/2021/01/03/napoli-rider-picchiato-derubato-motorino/

Ai microfoni di INews24.it, Gianni dichiara di essere “dispiaciuto per quei ragazzi” che lo hanno aggredito, e ringrazia tutti coloro che, tramite un rapidissimo crowdfunding, hanno raccolto più di 11mila Euro per comprargli un motorino nuovo. Intanto, lo scooter rapinato ieri notte è stato ritrovato dalla polizia presso l’abitazione di un minorenne nel rione cosiddetto “del Terzo Mondo”, tra Secondigliano e Arzano. I presunti aggressori sono in stato di fermo presso la Questura di Napoli.

Un fotogramma dell’aggressione (via Facebook)

Anche se Gianni si dice dispiaciuto per i suoi aggressori (“Sono solo dei ragazzini”, dice), non nasconde – d’altro canto – la sua amarezza: “Rivolgo un appello a chi fa il mio stesso lavoro da rider: organizzatevi, andate in giro con un motorino vecchio. Perché non è possibile vivere liberamente in questo posto. Io ho perso il lavoro nel 2015 – continua – quello che chiedo è un lavoro fisso. Pagare le tasse e versare i contributi, come ho sempre fatto.”

Le parole di Borrelli: “Tolleranza zero. Basta con questi giovani criminali”

“Basta con la solidarietà pelosa nei confronti dei criminali – dichiara ad INews24.it il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli – se un poliziotto, per sventare una rapina o un’aggressione, spara e qualcuno di loro muore, diventa un santo. Eppure per le vittime non ci sono murales e altarini. Ci sono solo per i delinquenti.”

“La vera Napoli, però, non è quella dei giovani criminali – conclude Borrelli – ma quella delle persone come Gianni, che si rimettono in discussione e, pur di non commettere azioni illegali, fanno anche i rider.”