Morto Paulo Ricardo Magro: dal 2019 era presidente della Chapecoense, la squadra brasiliana sterminata nell’incidente del 2016
Calcio brasiliano in lutto per la prematura scomparsa di Paulo Ricardo Magro, stroncato dal Coronavirus. Da quasi un anno e mezzo era diventato presidente della Chapecoense, il club passato tragicamente alla storia per l’incidente aereo del 2016 che aveva sterminato squadra e dirigenti.
Magro era ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Unimed di Chapecò, la città dove ha sede il club dal 18 dicembre. Ma alcune complicazioni subentrate nelle ultime ore hanno fatto precipitare la situazione fino al decesso. Un nuovo lutto per i ‘Verdao’ dopo un periodo di nuovo felice invece per il club. Con l’avvento di Magro infatti la Chapecoense era tornata a vincere dopo la retrocessione nella B brasiliana e stava per ricominciare dal massimo campionato.
Un nuovo lutto nel calcio dopo la morte di Paolo Rossi e quella di Diego Armando Maradona. Il club lo ha voluto ricordare così sui social: “Paulo è stato in gran parte responsabile della ripresa della Chapecoense, sia dentro che fuori dal campo. Con il suo coraggio e saggezza, ha permesso alla squadra di camminare di nuovo su un percorso vittorioso, lastricato di dignità e lavoro. Che la forza che così spesso hanno dato al nostro club non venga mai meno”.
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Chapecoense, una tragedia che ha scosso il mondo: nel 2016 la strage in Colombia
Era il 28 novembre 2016 quando la Chapecoense stava per toccare il punto più alto della sua storia: giocare la finale della Copa Sudamericana (la nostra Europa League) contro i colombiani dell’Atlético Nacional. Per raggiungere la Colombia, giocatori e staff erano saliti sul volo LaMia Airlines 2933, precipitato mentre si avvicinava all’aeroporto ‘Córdova’, a 50 km da Medellín.
Lo schianto poco prima dell’atterraggio costò la vita a 71 delle 77 persone a bordo. In mezzo a loro anche 19 calciatori, l’allora presidente, l’allenatore e quasi tutto lo staff tecnico, oltre a venti giornalisti che accompagnavano il club. Dei 22 giocatori convocati sopravvissero solo Jakson Follmann (che oggi la gamba destra amputava), Alan Ruschel e Neto.
La squadra, che fino al 2006 aveva giocato nella Quarta divisione brasiliana, in tutto ha vissuto sei stagioni nel Brasileirao, il massimo campionati brasiliano, prima di retricedere. Ma ora era pronta per tornare.