La legge sull’aborto entro la quattordicesima settimana di gravidanza è stata approvata in Argentina. Dopo quello della Camera dei Deputati, è arrivato il parere favorevole anche del Senato, con 38 voti favorevoli, 29 contrari e 1 astenuto. Un evento epocale per il Paese, dove vigeva ancora una norma del 1921 che considerava un delitto l’interruzione della gravidanza con le eccezioni della violenza sessuale e il rischio di vita della madre.
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Il risultato è arrivato dopo una lunga battaglia che ha diviso l’Argentina in due parti, tra favorevoli e contrari. Abbiamo intervistato Virginia Debole, insegnante di italiano a Cordoba, dov’è anche nata. È cresciuta a Legnano, in provincia di Milano, e prima del Covid-19 tornava spesso in Italia.
L’approvazione dell’aborto è un evento storico per l’Argentina. Che aria tira a livello sociale?
“Gli argentini sono divisi a metà tra favorevoli e sfavorevoli. Chi è contro l’aborto, si chiede perché sia gratuito quando per realizzare una fecondazione in vitro i costi sono sproporzionati e principalmente lottano per il diritto alla vita. Ritengono che non sia necessario arrivare all’aborto, quando esistono molti metodi contraccettivi per evitare una gravidanza. Chi è favorevole invece, ritiene che non si possa obbligare a sentire la maternità. Con l’approvazione della legge si eviteranno tanti aborti clandestini, che potrebbero mettere a rischio la vita delle gestanti. Io faccio parte dei favorevoli alla legge”;
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Legge approvata, ma con l’obiezione di coscienza
L’obiezione di coscienza fa parte della legge. Come funziona?
“I medici che non sono a favore dell’aborto possono decidere di non effettuarlo. Ma l’ospedale per cui lavorano, ha l’obbligo di cercare un altro centro con dei medici non obiettori. I medici però, sono in ogni caso obbligati a operare una donna in pericolo di vita”;
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In molti pensano che il Parlamento si sia dichiarato favorevole per ottenere consensi elettorali
“Il kirshnerismo ha perso la credibilità in Argentina, sia per come ha affrontato l’emergenza Covid-19 (la quarantena qui è durata dieci mesi), sia perché non ha mantenuto molte promesse che ha fatto. La maggioranza delle femministe sono kishneriste”;
Qual è la posizione della Chiesa in Argentina?
“Ieri mattina (mercoledì 30 dicembre ndr.) la Chiesa ha detto che questa legge scaverà ancora di più nella divisione nel nostro Paese. E di avere la totale certezza che il popolo continuerà a scegliere la vita. Come istituzione, continuerà a lavorare sulle vere priorità che chiedono un’attenzione urgente: i bambini che vivono in povertà e l’abbandono scolastico”.