Smart working, gli statali avranno le pagelle: si rischia di tornare in ufficio. Chi non rende abbastanza dovrà dire addio al lavoro agile
Lavorare da casa per molti è considerato un vero privilegio. Durante il periodo del lockdown gli statali sono considerati dei fortunati rispetto a chi opera con partite iva con attività in proprio, visto che sono riusciti a salvaguardare il proprio impiego. Un lavoro “agile” che dovrebbe recare meno stress, non dovendo recarsi in ufficio e potendo usufruire dei comfort della propria abitazione. A questo va però affiancato anche il discorso relativo al tempo effettivo di “produzione”.
Avendo il controllo tecnologico durante la propria attività, i tempi “morti” dell’ufficio non esistono più e la reperibilità può essere più estesa. Sicuramente i pro superano i contro ma per bilanciare il tutto è intervenuto anche il ministero della Funzione Pubblica. Secondo l’indiscrezione riportata da “Il Messaggero“, verranno introdotte le pagelle per gli operatori del settore pubblico. Se il rendimento non dovesse essere reputato all’altezza si rischia di essere rispediti in sede.
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Smart working, gli statali avranno le pagelle: chi non produce abbastanza torna in ufficio

Sul sito del ministero della Funzione Pubblica si legge che “una delle principali innovazioni della disciplina normativa in materia di lavoro agile riguarda l’introduzione del Piano organizzativo”. Il così definito POLA andrà redatto da ogni amministrazione entro il 31 gennaio di ogni anno a partire dal 2021. Servirà per ottimizzare la produttività di ogni lavoratore. Valutazioni su base mensile con tanto di possibili sanzioni sul piano retributivo e ritorno alla prestazione in ufficio. Un po’ come ritrovarsi ai tempi di scuola.
Secondo quanto diffuso da “Il Messaggero“, i dati raccolti dal ministero sul lavoro svolto durante il lockdown hanno evidenziato come circa 500mila statali esonerati dal servizio abbiano continuato a percepire lo stipendio. Questo perchè alcune mansioni non potevano essere svolte da remoto. Uno spreco che attualmente il Governo non può accettare e che andrà corretto proprio grazie alla nuova normativa del POLA, le cosiddette “pagelle“.