
La scoperta di una variante inglese del Covid19 più infettiva ha gettato nel panico tutta l’Unione Europea, tanto che il Consiglio Ue ha convocato a Bruxelles una riunione d’urgenza per discutere la risposta comune dei Paesi membri. Il ceppo è stato identificato anche in una coppia italiana, ricoverata all’ospedale militare del Celio di Roma. Maria Rita Gismondo, direttrice e responsabile di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, prova a fare il punto della situazione.
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Nel Regno Unito è stata identificata una variante del Covid e ne è stato isolato un caso anche a Roma. Ci spiega di cosa si tratta? Quali sono le sue caratteristiche?
“Di mutazioni il virus ne ha già fatte tante ma, al momento, poco significative per quanto riguarda l’infettività e la patogenesi. Peraltro, come già da me detto più volte, questo fenomeno è molto frequente in un virus ad RNA. Al momento, pare che questa variante (identificata già qualche settimana fa), sia responsabile solo di una più “facile” diffusione del virus. Non esistono al momento studi che possano darci ulteriori indicazioni. Da oggi, nel mio laboratorio, in accordo a quanto predisposto sia del Ministero della Salute che dalla Regione Lombardia, faremo da hub regionale per la raccolta dei virus isolati in soggetti provenienti da UK e procederemo con la genotipizzazione, in modo da controllare la presenza di questa variante in Italia”.
Vaccino: funzionerà lo stesso?

È possibile ipotizzare che il vaccino funzioni ugualmente? O c’è bisogno di un nuovo studio?
“Come dicevo, al momento non abbamo alcuna conoscenza approfondita. L’ipotesi che renda inattivo i vaccini è remota, poiché si tratta di una variante, restano esposti molti altri siti del virus verso i quali i nostri anticorpi, prodotti dal vaccino, possano essere attivi”.
Tra una settimana partirà il Vaccine Day. Lei farà il vaccino? Ritiene che le strutture in Italia siano pronte per operare?
“Io soffro di gravi allergie ad alcuni farmaci. Mi è sconsigliato. La preparazione delle diverse struttura dovrebbe assicurare un buon impatto. Ho notizie, come voi, dai media”.
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Maria Rita Gismondo, terza ondata e festività natalizie

Ritiene che le misure prese in vista delle festività natalizie siano esaustive per prevenire una terza ondata? O teme in una nuova impennata della curva epidemiologica?
“Al di là delle considerazioni psicologiche ed economiche, credo che le decisioni non siano state (comprensibilmente) solo di tipo infettivologico. Da questo punto di vista, sarebbe stato più sicuro chiudere tutto e per tutto il periodo. Temo molto nelle interpretazioni fantasiose o furbesche degli spostamenti nei giorni festivi. Confido nella responsabilità individuale. Con tutte queste clausole, i controlli non credo possano essere a pieno efficaci”.
A cura di Valeria Cardillo