Caso Regeni, il ricercatore italiani e stato torturato e seviziati in diversi. Questo il quadra che emerge dalla ricostruzione dei Pm di Roma.

Torturato e seviziati con pugnali, lame, oggetti roventi.
Una morte orrenda, difficile persino da leggere e d’altronde non è un caso se il Ministro degli Esteri Luigi di Maio ha definito “agghiacciante” l’inchiesta condotta dalla Procura di Roma sulla morte del ricercatore italiano. Il Pm ha emesso quattro atti di chiusura dell’indagine, una scelta che di solito è l’anticamera di un rinvio a giudizio. E per quattro indagati, appartenenti ai servizi segreti egiziani, le accuse sono quelle di sequestro di persona aggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. Il Procuratore Capo di Roma Sergio Colaiocco ha dichiarato che “per l’omicidio di Giulio Regeni si svolgerà un solo processo e si svolgerà in Italia con le garanzie procedurali dei nostri codici”.
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Caso Regeni, la strategia del Ministero degli Esteri

Resta il fatto che il quadro che emerge dalla ricostruzione portata avanti dai magistrati parla di violenze che hanno provocato a Regeni la perdita di più organi, un giovane torturato e seviziato “con acute sofferenze fisiche, in più occasioni e a distanza di più giorni attraverso strumenti affilati e taglienti e di azioni con meccanismo urente”. La strategia del Ministero degli Esteri, come spiegato dallo stesso Di Maio in un’intervista rilasciata alcuni giorni, è adesso quello di sensibilizzare l’Unione Europea su questa vicenda affinché tutti gli Stati membri si decidano a prendere posizione contro l’Egitto.
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E nella polemica era finito alcune settimane anche Matteo Renzi che si era ritrovato ad essere smentito pubblicamente dalla Farnesina dopo aver dichiarato di essere venuto a conoscenza della morte di Regeni il 31 Gennaio.