Dpcm Natale, ormai la decisione è presa anche se non sono mancati i contrasti: l’Italia va verso una nuova chiusura

Tra i falchi e le colombe alla fine hanno vinto i primi. Al termine di una giornata caotica e non facile per le spaccatire create sia nel Comitato tecnico scientifico che nel governo, la decisone è matura. L’Italia nel periodo di Natale e ben oltre Capodanno andrà verso una nuova chiusura per scongiurare la terza ondata di contagi a gennaio.
Il Cts ha messo nero su bianco la necessità di dare una nuova stretta. Ma il verbale finale non è stato firmato da tre direttori generali del ministero della Salute (Urbani, Iachino e Rezza). Soprattutto non sono indicate le misure da adottare perché secondi gli scienziati quello è un compito esclusivamente della politica.
Così la palla passa al governo e per primo al premier, Giuseppe Conte. Lui non si tira indietro e questa sera anticipa che effettivamente qualche variazione in corsa ci sarà. Anzi, lui li chiama ‘ritocchini‘: “Abbiamo già predisposto un piano per le festività natalizie. Effettivamengte alla luce dei suggerimenti del Comitato tecnico scientifico qualche misura ulteriore la introdurremo. Ci stiamo riflettendo”.

In realtà sarà una riflesione molto breve. Già domani, 16 dicembre, è in programma una riunione tra l’esecutivo e le Regioni. Lo ha comnfermato questa sera il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, ospite a ‘DiMartedì’ su La7. Anche lui è convinto non da oggi che durante le feste ci sia necessità di aumentare le restrizioni e succederàò
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Nuovo Dpcm Natale, l’italia torna tutta in zona rossa oppure in zona arancione?
Nel mirino del Cts tanto per cambiare c’è il rischio di assembramenti, aumentato dalle scene in massa viste nell’ultimo weekend. Sono soprattutto i luoghi al chiuso a suscitare dubbi mentre gli spostamenti saranno comunque bloccati dal 21 dicembre in base all’ultimo Dpcm.
Diverse le ipotesi sul piatto. Una delle più gettonate è l’istituzione di una zona rossa nazionale per quattro giorni dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio oltre al 5 al 6 gennaio. Se fosse decisa una serrata, i più penalizzati ancora una volta sarebbero i locali pubblici, a partire da ristoranti e bar, mentre i negozi rimarrebbero comunque aperti.
Se invece il governo optasse per una soluzione soft, scatterebbe una zona arancione nazionale per tutta Italia dal 24 dicembre al 6 gennaio. Diventerebbe rossa solo tra il 24 e il 26 dicembre, oltre al 31 e al 1° gennaio. Ancora incerta invece l’apertura per gli spostamenti tra piccoli comuni (quelli per intenderci sotto i 10mila abitanti), entro un certo numero di chilometri, tra i 15 e i 20.