Dall’Argentina continua a far discutere la morte di Diego Armando Maradona, per molti cresce l’ipotesi di omicidio colposo.
Non si fermano le polemiche sulla morte di Diego Armando Maradona, specialmente in Argentina dove rilanciano l’ipotesi dell’omicidio colposo. Infatti i notiziari locali hanno annunciato che nessuno aveva il controllo del paese. A rilanciare il tutto ci ha pensato il quotidiano locale “La Nacion“, citando una fonte investigativa.
Il Pibe de Oro è morto per un’insufficienza cardiaca e nell’occhio del ciclone è finito subito il suo medico personale, Leopoldo Luque ed il suo psichiatra Agustina Cosachov. La fonte infatti ha affermato che ogni elemento acquisito rafforza l’ipotesi provvisoria che ci sia stata una gestione lacunosa nel trattamento ricevuto dal “Diez”. Infatti la fonte ha aggiunto: “E’ possibile dire che potremmo trovarci davanti ad un omicidio colposo“.
Nel caso venga verificato l’omicidio colposo, il codice penale prevede una pena tra 1 e 5 anni di carcere per chi, esercitando la propria professione, causi la morte di un individuo per imprudenza, negligenza o imperizia. Andiamo quindi a vedere l’indagine affidata al procuratore generale di San Isidro, John Broyad, in attesa degli ultimi esami dell’autopsia.
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Maradona, ipotesi omicidio colposo: il caso scalda l’Argentina

Secondo il quotidiano La Nacion, il documento decisivo risale allo scorso 3 novembre. Infatti in quel giorno il Pibe de Oro fu dimesso dopo l’intervento per la rimozione di un ematoma subdurale. Inoltre il documento portava le firme del medico personale di Maradona, Leopoldo Luque, delle due figlie del Pibe de Oro, Giannina e Jana e delmedico della struttura, Pablo Dimitroff.
Proprio il documento in questione infatti non sollecitava alle dimissioni ed incoraggiava il paziente a continuare le cure psichiatriche, cliniche e riabilitative in un centro specializzato. Invece il Pibe è stato prontamente finito in una delle sue case, nel barrio San Andres. Poche settimane dopo, l’ex calciatore ha poi perso la vita, scatenando il polverone sulle cure ricevute.
Secondo le investigazioni il “trattamento domiciliare” è avvenuto nella massima disorganizzazione. La fonte riportata da La Nacion afferma che non c’era nessun sistema di controllo del paziente. Infatti un medico sarebbe andato a controllare Maradona un paio di volte, ma ancora non è noto il suo operato. Infatti, con molte probabilità, in casa non c’era un cardiologo che si occupassedelle patologie cardiache.
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L.P.
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