Prof. Bassetti a iNews24: “Vaccino in ritardo, colpa di burocrazia ed Europa”

Il professor Matteo Bassetti è direttore del reparto di Malattie Infettive al San Martino di Genova. Noto per le sue posizioni spesso in contrasto con la linea più rigorista del Governo riguardo la gestione della pandemia e l’adozione delle misure per contenerla.

Covid Bassetti
Matteo Bassetti (da Facebook)

 

Professor Bassetti, ieri abbiamo raggiunto il numero più alto di decessi registrati dall’inizio della pandemia, 933, oggi altri 814. Che idea si è fatto in proposito?

“I morti come abbiamo imparato ormai già dalla prima ondata sono riferiti sempre alle  tre o quattro settimane precedenti. Diciamo che questo è il prezzo che paghiamo per i 40mila contagi di quattro settimane fa, di cui più o meno il 5 % finisce in ospedale,  lo 0,5% in terapia intensiva e alcuni purtroppo non ce la fanno. Ci stiamo inevitabilmente trascinando qualcosa di riferito ad un periodo precedente.

Credo che purtroppo vedremo ancora per qualche giorno un numero di decessi significativo”

Siamo davvero arrivati al picco di questa seconda ondata?

“Direi proprio di sì,  siamo passati da un 18%  di positivi al 10% odierno.  È chiaro tuttavia che se vogliamo vedere  una discesa anche nei decessi e nelle ospedalizzazioni ci vorrà ancora un po’ di tempo”

Le misure di contenimento e le restrizioni imposte dal Governo quindi hanno funzionato?

“Certo che hanno funzionato, il calo è figlio dell’adozione di queste misure rigide, ma non rigidissime. E qui mi vien da pensare a chi quattro settimane fa  chiedeva un altro lockdown generalizzato. Questi dati confermano che i lockdown selettivi,  a seconda dell’indice rt delle varie regioni, funzionano meglio e ci consentono di non intervenire pesantemente sulla parte economica”

Il nuovo Dpcm e le feste di Natale

Ieri intanto è stato varato il nuovo Dpcm in previsione delle feste natalizie. Lei riteneva che fosse giunto il momento per allentare alcune di queste restrizioni?

“Bisogna prendere misure a seconda di come la situazione si sviluppa a livello locale. Continuo a sostenere che una misura unica sia sbagliata. Il provvedimento di fine ottobre andava nella direzione di dare mandato alle regioni di differenziarsi, qui invece siamo tornati indietro a marzo, ad un provvedimento unico nazionale che impone le stesse  restrizioni per tutti. È assurdo, perché per alcuni scenari potrebbero essere misure eccessive, per altri invece potrebbero servire interventi maggiori”

C’è una norma in particolare che la trova in disaccordo?

“Senza dubbio la limitazione della mobilità tra i comuni, in un Paese come il nostro, dove ci sono migliaia di  famiglie che magari  hanno i figli residenti nel comune limitrofo, a pochi chilometri di distanza. Sembra che abbiamo dimenticato che negli ultimi nove mesi abbiamo isolato i nostri anziani. È una norma esagerata e profondamente limitante della liberta individuali. Rimango convinto che si poteva trovare un modo di trascorre il Natale in sicurezza, almeno in famiglia”

 

Il vaccino e i dubbi sui tempi

Milano vaccini
Milano vaccini (Getty)

Tutto questo finirà davvero con il vaccino?

“Certamente, però dobbiamo correre, e invece stiamo camminando. Anche su questo l’Europa è lenta. Possibile che l’EMA debba discuterne solo a fine dicembre, quando Usa e Gran Bretagna invece già lo hanno approvato? Diamoci una mossa, ne abbiamo bisogno come l’aria. Il vaccino è l’unico strumento per poter tornare ad una vita normale,  viaggiare, fare sport, andare al ristorante… chi non ha compreso questo, non ha capito niente”

Il ministro Speranza ha annunciato che i vaccini saranno disponibili da gennaio, quindi da qui a un mese potremo iniziare a vaccinarci?

“Di questo passo,  ho paura che la distribuzione e somministrazione dei vaccini già a partire da gennaio sia un miraggio. Ci è stato detto che così sarà e voglio crederci, ma se così non dovesse essere, mi auguro che qualcuno se ne assumerà le responsabilità facendo un passo indietro”

Che lei sappia le aziende farmaceutiche lo stanno già producendo?

“Ma certo, sono pronte le spedizioni, ci sono già milioni di dosi disponibili. In Italia non possiamo continuare a governare questi processi con la nostra burocrazia, schifosamente lenta, in una situazione del genere. Questo è il vaccino per una delle più grandi catastrofi infettivologiche della storia, c’è bisogno di intervenire rapidamente, anche attraverso leggi speciali”

Lei quindi si vaccinerà appena sarà disponibile in Italia?

“Se me ne avessero dato la possibilità l’avrei fatto anche prima dell’ approvazione, in fase sperimentale”

Ritiene che una volta disponibile sia giusto richiederne l’obbligatorietà?

“Su questo concordo con il ministro Speranza, in una prima  fase può anche essere volontario, anche perché  andando avanti saranno sempre più le attività che si potranno fare solo se vaccinati:  vuoi viaggiare in aereo o in treno, andare a scuola, lavorare in ospedale? Dovrai vaccinarti. Anche se dalla quantità di insulti che ricevo ogni giorno dai no vax  sulla mia pagina facebook, temo che ad aprile non avremo raggiunto nemmeno la metà della copertura vaccinale prevista. A quel punto sì che la politica dovrà fare una scelta”

Lei è stato anche protagonista di alcune polemiche con dei suoi colleghi, ultima quella con la professoressa Ilaria Capua, che aveva dichiarato che il processo di vaccinazione avrebbe potuto nascondere delle incognite.  Ma tra infettivologi, immunologi virologi e veterinari… di chi ci dobbiamo fidare?

“Sono stato attaccato da tutta la categoria dei veterinari solo perché non ero d’accordo con la dottoressa Capua che aveva detto un’ inesattezza. Io ritengo  che per parlare di certi argomenti bisogna essere innanzitutto competenti.  Le parole della dottoressa Capua avranno prodotto un 5-6 % di persone che non si vorranno vaccinare.  Certe cose possiamo dirle in un convegno scientifico, tra noi scienziati, ma quando parliamo  in televisione o su un giornale, dobbiamo stare attenti a ciò che diciamo. L’informazione che diamo al popolo deve essere univoca, se poi abbiamo dei dubbi, prima risolviamoceli tra di noi”