Sciopero benzinai, annunciata la chiusura dei distributori dal 14 sera al 17 dicembre 2020. Ecco l’annuncio ufficiale delle organizzazioni di categoria
Tra le categorie che più stanno vivendo con difficoltà questi mesi di emergenza Covid, ci sono sicuramente i benzinai. I distributori hanno vissuto cali di clientela impressionanti, a causa dei vari divieti imposti agli spostamenti. Nonostante le gravi perdite, però, il Governo non ha inserito le piccole e piccolissime imprese di gestione all’interno delle categorie che beneficiano del Decreto Ristoro.
Per questo motivo, è stato indetto uno sciopero dei benzinai dal 14 sera al 17 dicembre 2020. L’annuncio è arrivato con un comunicato ufficiale indetto dalle organizzazioni di categoria: Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio. “La decisione presa dal Governo è inspiegabile. Come mai i distributori non sono stati inseriti tra le categorie che beneficiano dei provvedimento di sostegno? La distribuzione carburanti è classificata come servizio pubblico essenziale” si legge nel testo.
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Sciopero benzinai, il comunicato ufficiale

Dal 14 sera al 17 dicembre ci sarà uno sciopero dei benzinai, con i distributori che rimarranno chiusi sia in rete ordinaria che su viabilità autostradale. Ad annunciarlo Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio con un comunicato ufficiale. “Essendo servizio pubblico essenziale, i distributori devono garantire continuità e regolarità dell’attività anche nelle circostante emergenziali attuali e passate. Il tutto nell’interesse della comunità, al fine di garantire lo spostamento per le persone e il trasporto di ogni genere di merci” viene dichiarato nel comunicato.
“Per quale motivo allora la categoria non può beneficiare del Decreto Ristori? I gestori, oltre a subire le drammatiche contrazioni del proprio fatturato, non possono nemmeno contenere gli ingenti costi fissi necessari” si legge a conclusione del testo: “Mantenere un’attività del genere, seppur sia un servizio pubblico essenziale, non è affatto semplice. Anzi si tratta di costi molto alti, ingestibili con le circostanze attuali“.
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