Miozzo (Cts) a iNews24: “Natale sobrio o sarà tsunami”

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Agostino Miozzo (photo Getty)

Non è ancora il momento di allentare le misure per il coordinatore del Cts, che bacchetta gli assembramenti degli ultimi giorni. In previsione del Natale, nessuno spostamento tra regioni, feste con pochi intimi e niente Messa di mezzanotte: “il buon Dio ci perdonerà”.

Dottor Agostino Miozzo, oggi dopo l’incontro con i governatori delle regioni, il ministro Roberto Speranza ha dichiarato che “non si può accelerare con l’allentamento delle misure restrittive”, che ne pensa?

Arrivati a questo punto, deve essere chiaro a tutti che anche le nostre più significative abitudini devono cambiare, oppure passeremo rapidamente da un’ondata all’altra. Tutte queste limitazioni, vengono imposte in funzione del fatto che sono l’unico modo per ridurre l’indice epidemico ed alleggerire la pressione su ospedali e terapie intensive. O facciamo così, o verremo travolti da uno tsunami inarrestabile che non si limiterà al coronavirus, ma aumenterà il rischio di morire d’ infarto o a causa di un incidente perché non ci saranno ambulanze, sale operatorie o terapie intensive disponibili.

Avrà sicuramente visto le immagini circolate negli ultimi giorni, che mostravano folle riversate nelle vie dello shopping a Milano e Torino in occasione della riapertura dei negozi… cosa ha pensato?

Quegli assembramenti sono la dimostrazione che qualcosa non va nei sistemi di controllo. D’altronde le linee guida, condivise da tutti, non solo dalla comunità scientifica, ma anche dalla politica e dagli amministratori locali, prevedono di evitare assolutamente quel tipo di assembramenti. Vedere quelle scene non può che generare scoramento; dobbiamo capire se è un problema di comunicazione o di comprensione del rischio… o di entrambe.

Forse però, che la riapertura dei negozi a ridosso delle festività avrebbe creato assembramenti, era prevedibile, no ?

Partiamo da un presupposto: la riapertura dei negozi è stata una decisione sofferta, presa in virtù della situazione economica e della difficolta di milioni di persone nel Paese. Una scelta prudentemente annunciata e avallata, immaginando che anche i negozianti riuscissero a gestire e rispettare rigorosamente queste regole, e infatti quasi tutti lo fanno. È chiaro però, che immagini come quelle che abbiamo visto, mettono in difficolta anche l’intero settore del commercio.

Anche a Napoli ci sono stati assembramenti per l’addio a Diego Armando Maradona…

Capisco l’emozione e il dolore che ha accompagnato la città di Napoli durante questo evento, ma anche lì le scene che abbiamo visto sono inaccettabili, mi pare evidente che chi doveva vigilare non l’abbia fatto.

Oggi un suo illustre collega, il dottor Crisanti: ha dichiarato che “con 20.000 contagi e 600 morti al giorno(…) qua si parla di sci: non è un Paese normale”…

È una delle poche volte che sono d’accordo con Crisanti. Questo lo dico perché non sempre si può ridurre tutto a “bianco o nero”. Sulla chiusura o apertura parziale degli impianti deciderà il CdM, noi abbiamo dato delle indicazioni, sapendo che il fattore di rischio non deriva dallo sci, ma dagli assembramenti negli impianti, negli alberghi, e a causa degli spostamenti della popolazione. Sappiamo anche però che esiste un’economia che vive di questo turismo e il Governo dovrà fare i conti anche con questo

Come?

Convivendo con la pandemia, imparando a gestire la crisi sanitaria, non uccidendo l’economia, o quantomeno facendola “vivacchiare”, mantenendola in vita.

Il rischio però è che gli italiani vadano a sciare oltre confine, la Svizzera ha addirittura invitato gli italiani a trascorre le vacanze… quali rischi corriamo?
Dice la stessa Svizzera che poche settimane sembrava aver finito i posti in terapia intensiva e chiedeva aiuto agli altri paesi, Italia inclusa? Il rischio è alto, e sinceramente trovo tutto ciò politicamente imbarazzante. Il problema dovrebbe essere gestito dall’Europa, che però fatica ad essere una struttura leader nei confronti dei singoli stati.

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Natale: le raccomandazioni di Agostino Miozzo

Festa Natale
Covid, le ipotesi in vista del Natale: shopping fino a tardi (Foto: Getty)

Che Natale dobbiamo prepararci a trascorrere?

Un Natale sobrio e tranquillo senza quella coreografia a cui siamo tutti abituati. È l’unico modo perché sia davvero un Natale sereno. Io stesso sono abituato a pranzi con 20-30 persone a tavola, quest’anno non si può fare. Come non si potrà andare alla tradizionale Messa di natale, non a mezzanotte … sono sicuro che il buon Dio ci perdonerà. Su questo aggiungo che anche la Conferenza episcopale ha dimostrato una piena e assoluta collaborazione e comprensione.

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, accusa però il Governo di terrorizzare gli italiani in vista del Natale, come risponde?

Non vedo alcun terrore, anzi si tratta di senso di responsabilità e di realismo

Quando potremo tornare alle nostre abitudini?

Quella che stiamo vivendo, non è più solo una pandemia, è un’emergenza globale, non solo sanitaria. Impatta ogni sfera della vita sociale, economica, ma anche fisica, psicologica e spirituale. Il “liberi tutti” purtroppo non è possibile ora, dobbiamo attendere e resistere, perché maggiore è il rigore che manterremo anche nei comportamenti ordinari, maggiori saranno le possibilità di farci trovare pronti alla stagione delle vaccinazioni. Cosi riprenderemo la nostra vita e rilanceremo l’ economia. Sempre che non vanifichiamo questo sforzo con lo struscio nelle vie dello shopping

Finirà con il vaccino quindi?

Finirà quando il vaccino avrà coperto la quota stabilita dagli epidemiologici, quel 70-75% di popolazione che genera l’immunità di gregge.

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