Natale, le raccomandazioni dell’UE: “Evitare assembramenti alle messe”. C’è apprensione in Europa per le funzioni religiose della Vigilia e del 25 dicembre
Anche l’Unione Europea ha deciso di emanare delle linee guida per regolamentare il periodo natalizio. A creare apprensione è soprattutto la possibilità di assembramento durante le funzioni religiose, in particolare per la Vigilia e per il 25 dicembre. Limitare lo spostamento delle persone all’interno delle chiese e l’eccessivo affollamento è l’obbligo principale per prevenire un’anticipata terza ondata. A questo punto la messa sarebbe meglio seguirla on line o in Tv, in completa controtendenza con le classiche abitudini dei fedeli.
E’ proprio la Commissione Europea a sottolineare nella sua bozza di suggerimenti di “evitare cerimonie religiose con grossi assembramenti, sostituendole con iniziative in streaming, in tv o alla radio“.
Il documento con tutte le linee guida dovrebbe essere approvato in via definitiva mercoledì a Bruxelles. In sunto riguarda l’importanza di mantenere distanziamento e dispositivi di sicurezza individuale anche in questi momenti di festa.
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Natale, le raccomandazioni dell’UE: “Seguite le messe in Tv o alla radio”

Alla base dei suggerimenti c’è sempre il concetto della “prudenza” e del “buon senso”.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ricordato come non debbano essere commessi in tutto il Continente gli stessi errori che hanno caratterizzato il periodo estivo. L’Asia e soprattutto l’Oceania sono riusciti ad evitare una seconda ondata particolarmente cruenta proprio grazie al rigore mantenuto in questi mesi. L’UE non intende comunque chiudere le frontiere per le festività natalizie o imporre di nuovo quarantene forzate, ma ha consigliato di rafforzare i test rapidi per tutti coloro che si mettono in viaggio.
Discorso diverso invece per quanto riguarda gli sport invernali e le famigerate piste da sci. Il governo di Bruxelles non entra nel merito e lascia le scelte alle competenze degli Stati membri. L’Austria sembra orientata ad aprire i propri impianti, mentre Italia e Francia sono sul versante opposto.
L’importante sarà mantenere un minimo comun denominatore nelle scelte dei 27 Paesi e continuare a comportarsi con la massima attenzione, al di là delle messe.
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