I femminicidi sono in crescita dell’oltre 7% nel 2020 rispetto all’anno precedente ed una vittima su tre è over 65: il rapporto
I femminicidi nel 2019 hanno fatto registrare una diminuzione rispetto al 2018, 111 contro i 141 dell’anno precedente. Nel 2020, invece, torna a registrarsi una crescita pari al 7,3% nei primi nove mesi: 88 donne uccise rispetto alle 82 dello stesso periodo del 2019. Le vittime nell’ambito familiare e/o affettivo passano da 68 a 77 (+13,2%). Sono principalmente uccise da un partner o ex, solo il 28% muore per mano di familiari.
I moventi principali dei femminicidi sono motivi passionali o provengono da liti. Le armi più utilizzate, sia nel 2019 che nel 2020, sono coltelli o utensili da lavoro come martello e cacciavite. Seguono armi da fuoco, poi soffocamento ed infine l’avvelenamento. Questo è quanto emerso dal report ‘Un anno di Codice Rosso reati spia e femminicidi’ realizzato dalla Direzione centrale della polizia criminale in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra oggi, 25 novembre.
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Femminicidi, le over 65 le vittime più frequenti
La fascia di età maggiormente colpita dai femminicidi nei primi 9 mesi del 2019 è stata tra i 31 ed i 44 anni. Nel 2020, invece, si è invertita la tendenza con le over 65 che rappresenta il 30% del totale delle vittime (1 su 3).
Le autorità, così come molte organizzazioni, sono continuamente al lavoro per supportare le donne colpite da violenza da parte degli uomini. Molte le iniziative anche di sensibilizzazione per incoraggiare le vittime di violenza a denunciare prima che sia troppo tardi.
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