Covid-19, parla il professor Ranieri Guerra. L’esperto, intervenuto ai microfoni de La Repubblica, fa il punto della situazione in Italia e tocca vari argomenti principali.
E’ un momento decisivo, questo, sul fronte Covid-19. Lo riferisce Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms e membro del comitato tecnico scientifico, intervistato quest’oggi da La Repubblica. Al netto dei deceduti che purtroppo sono ancora tanti – ieri addirittura 853 – si intravedono infatti anche i primi timidi segnali positivi sul fronte contagi.
Dai quasi 40.000 di appena cinque giorni fa, del resto, si è passati ai 23.232 del bollettino di ieri. Una discesa significativa frutto delle misure attuate del governo e della stretta collaborazione dei cittadini. Ma guai a rilassarsi e a mollare proprio adesso: “I casi stanno decelerando, ma la curva non ha iniziato a scendere Se continuiamo a gestire la situazione come negli ultimi 15 giorni e mantenere la disciplina, vedremo presto la flessione della curva”, riferisce l’esperto.
Covid-19, parla il professor Guerra
Guerra inoltre ci va cauto anche sul fronte vaccini: “Quando saranno registrati dalle agenzie regolatorie li chiameremo così. Fino a quel momento sono solo candidati vaccini”. Per la serie: aspettiamo l’ufficialità. Questa sarà anche vicina e la produzione per il 2021 è praticamente certa, ma potremo pronunciarci in merito solo quando ci sarà nero su bianco e una certezza assoluta sull’efficienza dei prodotti e sulla distribuzione degli stessi.
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Nel frattempo – conferma il medico – alla base di questa seconda ondata c’è una mutazione del virus che gli ha permesso un’accelerata post vacanze: “Il coronavirus mutato si trasmette a una rapidità che ci lascia attoniti. La mutazione a febbraio si stava affacciando in Italia. Ora è diventata prevalente proprio perché offre al virus un vantaggio competitivo, con la sua velocità di propagazione”.
Capitolo scuole: è sicuro e opportuno riaprire proprio adesso? Guerra, dall’alto della sua esperienza, promuove tale decisione e soprattutto evidenzia lo scarso pericolo soprattutto per una specifica fascia giovanile. “Non mi pare che siano state travolte”, sottolinea. Poi il chiarimento. “Ci stiamo rendendo conto che i ragazzi sopra ai 10 anni si contagiano e contagiano in modo simile agli adulti, ma al di sotto di quell’età la trasmissione è ridotta”.
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