Coronavirus, la Russia rilancia: “Il vaccino Sputnik V efficace oltre il 95%”. In base agli studi clinici condotti da Mosca avrebbe la percentuale più alta rispetto a tutti gli altri

La corsa al vaccino per il Covid è diventata la nuova frontiera sanitaria internazionale. Tra interessi di natura sanitaria e risvolti economici di portata inimmaginabile, si fa un gran parlare dell’attendibilità delle varie cure. Pfizer, Moderna, BionTech, Astrazeneca, tutte le realtà internazionali coinvolte stanno rilasciando in questi giorni i dati sull’affidabilità delle dosi, riscontrando più o meno valori simili e sempre sopra il 90%. Davanti a tutti, però, sembra esserci lo Sputnik V russo, il primo vaccino ad essere varato e a quanto pare anche il più efficace. Già la scorsa estate Putin disse di aver iniziato la somministrazione sperimentale, partendo addirittura dalla propria famiglia. Ora gli scienziati russi hanno dichiarato che il loro vaccino ha un’efficacia superiore al 95%. A confermarlo sarebbero studi clinici ottenuti dopo 42 giorni dalla somministrazione della prima dose. Il comunicato è stato rilasciato dal ministero della Salute di Mosca, assieme al centro di ricerca Gamaleya e al Fondo Investimenti Diretti (RDIF).
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Coronavirus, la Russia rilancia: “Il vaccino Sputnik V è più efficace degli altri”

Restano dei dubbi riguardo ai dati diffusi dagli scienziati russi visto che non hanno dichiarato il numero di casi utilizzati per effettuare il calcolo.
Il vaccino Sputnik V, a doppia dose, costerà meno di $ 20 a persona sui mercati internazionali e sarà gratuito per i cittadini russi. A riportarlo sui Twitter è l’account ufficiale del gruppo di ricerca di Mosca.
Il capo del fondo sovrano russo Kirill Dmitriev ha detto martedì che il vaccino avrà un prezzo significativamente inferiore rispetto ad altri rivali con livelli di efficacia simili. Dmitriev ha aggiunto che Mosca mira a produrre più di 1 miliardo di dosi in patria e all’estero entro la fine del prossimo anno.
La Russia è stata criticata da alcuni ricercatori occidentali che l’hanno accusata di aver anticipato i tempi di uscita della cura non avendo completato tutte le fasi di sperimentazione.
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