Perù, uccisi 2 manifestanti nel corso delle proteste: 13 ministri si dimettono

Due giovani manifestanti sono stati uccisi nel corso delle proteste in Perù dopo la destituzione del presidente Martin Vizcarra

Due giovani manifestanti sono rimasti uccisi nel corso delle violente proteste a Lima, in Perù, che si stanno scatenando da una settimana a causa della destituzione del presidente Martin Vizcarra. Le vittime sono state due ragazzi universitari di 22 e 25 anni. Le tensioni hanno portato alle dimissioni di 13 dei 18 ministri del governo formato da Manuel Merino solo 3 giorni fa. L’influente scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura nel 2010, spiega che il processo di destituzione di Vizcarra “ha violato la Costituzione”.

“Credo si tratti di un fatto deplorevole che ha bollato il comportamento del Congresso come di un autentico colpo di Stato. La Costituzione peruviana sia molto chiara – spiega – un presidente può essere accusato, ma l’indagine può avvenire solo a mandato concluso, ed evidentemente il Parlamento ha violato la Costituzione con la sua azione”.

Riguardo il lavoro della Polizia, parla di “eccessiva violenza contro manifestanti pacifici”.

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Le ultime sulle proteste in Perù

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Vizcarra è stato destituito il 10 ottobre con 105 voti su 130 da parte del Parlamento che ha giustificato l’“incapacità morale permanente” del presidente per presunte tangenti ricevuti quando era governatore di Moquegua nel 2011

Merino, nel corso del giuramento dei suoi ministri, ha invitato i cittadini alla calma ed ha sottolineato che il suo esecutivo dovrà accompagnare il paese verso le elezioni dell’11 aprile 2021.

L’Ufficio delle Nazioni Unite in Perù ha espresso una “profonda preoccupazione per le azioni delle forze dell’ordine riguardo alle proteste avvenute negli ultimi giorni” nel Paese contro la destituzione di Martin Vizcarra.

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