TikTok vs Trump: il ricorso in extremis prima della chiusura di domani

La piattaforma di ByteDance afferra un ricorso per i capelli per evitare l’oscuramento in USA e continua la lotta contro Trump

TikTok Usa
TikTok (Foto: Getty Images)

La famosa applicazione TikTok dell’azienda cinese ByteDance e Donald Trump sono notoriamente in conflitto. Naturalmente l’origine del conflitto non è altro che una questione economica: la piattaforma di video brevi sta sbancando tutti i mercati internazionali. Gli USA al 2018 sono stati scavalcati come potenza mondiale dalla Cina e Trump avrebbe voluto ristabilire le regole, a modo suo.

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In questi mesi, infatti, l’ormai ex presidente degli Stati Uniti d’America ha tentato in ogni modo di acquistare i diritti della piattaforma. TikTok, per chi non lo sapesse, è una delle applicazioni maggiormente usate dai ragazzi per condividere brevi video. Nonostante Bill Gates sembrava vicino all’accordo, nulla di fatto: l’app resta di dominio cinese della ByteDance. Trump non si è accontentato e gli ha fatto guerra: giovedì sarà oscurato.

TikTok, ricorso in extremis per evitare la chiusura da Trump

Quest’estate, dunque, Donald Trump ha firmato ben due decreti per la chiusura della piattaforma. L’accusa mossa dal suddetto è che l’azienda ruba dati agli utenti, senza mai dimostrarlo né averne le prove. Un modo un po’ particolare per pretendere le quote dell’applicazione, dunque la ByteDance ha serrato ogni tipo di rapporto con gli USA. In particolare, uno dei due decreti, quello firmato al 6 agosto imponeva la chiusura dell’applicazione per tutto il Paese entro il 12 novembre: domani.

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Ciò significherà una grossa perdita per TikTok che detiene la maggior parte dei propri utenti proprio negli USA. Ecco perché la società si è appellata ad un ricorso in extremis: “Abbiamo chiesto una proroga di 30 giorni, come ammesso dal decreto del 14 agosto”. Avranno circa un mese, dunque, per riuscire a salvare i loro utenti americani: intanto Joe Biden si fa strada alla Casa Bianca.