Banksy, Lanciatore di Fiori non è più ritenuta una sua opera e quindi altre persone gioveranno dallo sfrutto a fini commerciali dell’opera in questione.
Banksy è senza dubbio l’artista contemporaneo più amato e più enigmatico che esiste. Impossibile identificare se sia un lui o una lei, e qualcuno addirittura afferma che non si debba neanche parlare al singolare, ma di un collettivo. La cosa certa è che le sue opere, che improvvisamente appaiono e vengono viste dai passanti, colpiscono sempre perfettamente nel segno. I suoi sono veri e propri capolavori, che hanno un significato profondissimo e in alcune occasioni anche più chiave di lettura. Insomma, sono opere che fanno parlare di arte e sull’arte, che spingono alla riflessione e alla critica. E questo è già abbastanza per ritenerlo un eroe contemporaneo. Eppure proprio il fatto che voglia restate anonimo e non far trapelare la propria identità gli è appena costato una causa legale molto pesante.
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Banksy, Lanciatore di Fiori non è più suo: persa causa legale
Banksy era in un corpo a corpo in tribunale contro un imprenditore inglese. L’uomo, infatti, aveva sfruttato nel lontano 2018 uno dei capolavori assoluti dell’artista per fini commerciali. Il suo “Lanciatore di Fiori”, disegnato per le proteste in Palestina del 2005. Come si vede c’è un ragazzo che lancia un mazzo di fiori, invece che una molotov, per farci riflettere sulla potenza della pace. Ebbene un venditore inglese ha creato gadgets proprio sfruttando l’opera, cosa che ha causato la denuncia da parte di Bansky. La causa però non è andata come si sperava e l’artista ha perso. “Banksy aveva depositato il marchio in “malafede”, vale a dire senza l’intenzione di utilizzarlo per un prodotto o un servizio”. Pertanto non può richiederne i diritti, non mostrando la sua identità e non sfruttandolo. Un giorno triste per l’arte.
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