Migliaia di migranti sono fuggiti da Lesbo dopo l’incendio del campo di Moria, sottoposto a lockdown, e l’ipotesi è che si tratti di fiamme dolose
Diverse migliaia di migranti sono scappati dal campo di Moria, sull’isola di Lesbo, dopo i vari incendi che in questi giorni hanno distrutto la maggior parte della struttura. A riferirlo è il quotidiano Kathimerini, secondo cui le fiamme sarebbero state appiccate proprio da alcuni dei rifugiati in rivolta contro le regole di isolamento causa coronavirus. La polizia non ha confermato tale ipotesi anche se ha parlato di resistenza da parte dei migranti.
Per essere più precisi, sono circa 12 mila le persone che vivono nel campo di Moria e nelle zone circostanti che nell’ultima settimana hanno ricevuto importanti restrizioni a seguito della positività da parte di un residente somalo. Il sindaco della città principale dell’isola, Mitilene, Skai Stratos Kytelis ha affermato: “Il fuoco si è diffuso all’interno ed all’esterno del campo distruggendolo. Sono più di dodicimila i migranti sorvegliati dalla Polizia su un’autostrada. La situazione è molto difficile perché alcuni di quelli che sono fuggiti saranno positivi”.
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Lesbo, l’allarme da Medici Senza Frontiere
Marco Sandrone, a capo del progetto di Medici Senza Frontiere a Lesbo, ha descritto la situazione come disumana per le condizioni di vita in cui da anni versano le persone del campo di Moria. “Ora è necessario garantire il loro trasferimento in sistemazioni sicure”. Poi ha aggiunto: “Abbiamo visto il fuoco divampare su Moria e dominare per tutta la notte. L’intero campo è stato preso d’assalto dal fuoco, provocando una fuga di massa delle persone senza una direzione. Abbiamo bambini spaventati ed i genitori scioccati. Lavoriamo senza sosta per rispondere alle loro esigenze”.
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