Un’incredibile scoperta da parte di un team di scienziati inglesi: un fungo generato all’interno del reattore di Chernobyl permetterebbe di vivere su Marte

Se confermata, si tratterebbe di una scoperta storica e possibilmente rivoluzionaria. Alcuni ricercatori inglesi, a seguito di alcuni studi, avrebbero trovato alcune proprietà incredibili in un fungo generato all’interno del reattore nucleare di Chernobyl. Nello specifico, uno strato di circa 21 centimetri sarebbe in grado di negare la dose di radiazioni su Marte.
Lo ha riferito uno scienziato di Stanford al New Scientist Nils Averesch, un magazine specializzato in materia. Dallo studio, inoltre, risulta come questo fungo sia in grado di auto-replicarsi in pochi giorni. Se, per esempio, un bagliore solare dovesse danneggiare lo schermo radioattivo, in poco tempo questo verrebbe rigenerato. “Abbiamo già provato le sue proprietà sulla Stazione Spaziale Internazionale, e gli effetti sono quelli voluti” spiega un ricercatore: “Si potrebbe utilizzare anche per una futura colonizzazione di Marte“.
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Il fungo di Chernobyl: com’è stato scoperto e le sue proprietà

Un fungo nato dalle pareti del reattore nucleare di Chernobyl, con proprietà sbalorditive. Gli studi stanno dimostrando come questo, grazie al suo particolare schermo radioattivo, possa garantire la sopravvivenza alle radiazioni su Marte. Già nel 1991, a cinque anni dal disastro nucleare, vennero trovati questi organismi sulle pareti della centrale. Ovviamente nessuno ci si aspettava che, in condizioni così estreme, qualsiasi elemento potesse essere sopravvissuto. Ma non solo, sembrerebbe che questi funghi fossero attratti verso le radiazioni, crescendo verso di esse.
Dopo diversi studi, si è scoperto che le grandi quantità di melanina permettono l’assorbimento di raggi dannosi, convertendoli poi in energia chimica. Una funzione molto simile a quella delle piante, che convertono l’anidride carbonica e la clorofilla in ossigeno. La radiosintesi salutata – ossia il processo che utilizzano i funghi – sta attraendo scienziati e ricercatori da tutto il mondo. Secondo Kasthuri Venkateswaran, ricercatore della NASA, si potrebbe estrarre l’elemento che fa assorbire le radiazioni, per poi riprodurlo in forma di “droga” per chi andrà su Marte. A riportarlo è Il Messaggero.
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— Chidambara .ML. (@chidambara09) July 26, 2020