A seguito dell’aumento della quota di “equo compenso” decisa dal Governo, smartphone e device elettronici diventeranno inevitabilmente più cari
Dopo la decisione del Governo di accrescere la quota destinata alla Siae dell’equo compenso il costo degli smartphone e di altri device elettronici è destinato ad aumentare. Secondo le norme comunitarie sul diritto d’autore, il diritto esclusivo della riproduzione appartiene agli autori. Gli Stati europei però possono autorizzare la realizzazione di copie private che possono cioè essere usate solo dagli acquirenti. L’equo compenso è appunto la remunerazione che gli autori, attraverso la Siae, ricevono affinché sia consentita la riproduzione della loro proprietà. Come spiega anche la Siae, l’equo compenso si può applicare su supporti vergini, apparecchi per la registrazione e quelli che hanno memorie che sono in grado di registrare e riprodurre opere protette dal diritto d’autore.
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L’impatto dell’equo compenso sul prezzo degli smartphone

Con il nuovo decreto approvato dal ministro Franceschini quindi si verificherà inevitabilmente un aumento dei diverso dispositivi dotati di memoria. Al momento l’equo compenso infatti viene ricavato direttamente dal costo del prodotto. Il suo aumento di conseguenza porterà ad una crescita del prezzo di smartphone e device elettronici facendoli diventare sempre meno vendibili. Per fare un esempio, l’equo compenso potrebbe pesare fino al 3-4% sul costo di uno smartphone che attualmente è venduto intorno ai 200 euro. Secondo Cesare Avenia, presidente di Confindustria Digitale gli aumenti dell’equo compenso nascono da “una visione miope che non seguono le esigenze di trasformazione digitale” sopratutto in questo periodo che a causa del coronavirus ha visto la crescita dell’uso di tali tecnologie.
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