Coronavirus, direttore di Lancet avverte: “Il vaccino potrebbe non bastare”

Coronavirus, direttore di Lancet avverte: “Il vaccino potrebbe non bastare”. Richard Horton sostiene che sarà difficilissimo trovare una cura efficace al 100% contro il Covid-19

Vaccino Coronavirus
Coronavirus, direttore di Lancet avverte: “Il vaccino potrebbe non bastare” (Foto: Getty)

Il direttore della rivista inglese Lancet, Richard Horton, ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica in cui parla della situazione internazionale relativa al coronavirus e sulle prospettive future post pandemia. Secondo Horton ci sono state delle pesanti responsabilità sia in Cina che nei paesi occidentali nel contribuire alla diffusione del SarCov2, con misure di lockdown tardive e poco efficaci, almeno in una prima fase.

Ora tutti attendono la fine dell’incubo con l’arrivo del vaccino e il ritorno definitivo alla normalità. Il problema è che al di là di quanto comunicato dai politici, il vaccino potrebbe non essere la soluzione definitiva a questo male.

Dobbiamo capire che questo virus non andrà via. Seconda ondata o meno lo avremo con noi ancora per molto tempo. dovremo farci attenzione, rispettando le misure di sicurezza e il distanziamento fino a quando non ci sarà una cura. Inoltre aggiungo che il vaccino potrebbe non essere la fine di questa storia“.

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Coronavirus, direttore di Lancet avverte: “Il vaccino potrebbe non bastare”

Ricerche vaccino
Coronavirus, direttore di Lancet avverte: “Il vaccino potrebbe non bastare” (Foto: Getty)

Il direttore di Lancet Richard Horton intende dire che non sarà così semplice trovare un vaccino efficace al 100%, in grado di affrontare anche le mutazioni del virus.

Nel suo libro “The COVID-19 Catastrophe: What’s Gone Wrong and How to Stop It Happening Again”, parla di un vaccino non come un “Magic Bullet“.

Purtroppo è così, anche se è molto spaventoso. È complicatissimo trovare un vaccino efficace e sano al 100%. L’importante sarebbe arrivare a un livellò di immunità nella popolazione pari al 60%. Ma non è facile. Non pensiamo ad un proiettile magico in grado di uccidere automaticamente il virus alla prima somministrazione. Il discorso sarà molto più complesso”.

Poi una battuta sulla corsa mondiale alla cura, un processo forse troppo veloce:È pericoloso. Si rischia di compromettere la sicurezza. Se è vero che gli effetti positivi di un vaccino si vedono in tempi stretti, i danni collaterali escono fuori solo sul lungo periodo. Occorrerà essere estremamente rigorosi. Per questo credo che la cura non arriverà entro la fine del 2020. È una questione delicatissima: in gioco non c’è solo la salute delle persone, ma la credibilità di tutta la scienza“.

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