Gue Pequeno: “L’Italia è razzista, lo si capisce dal calcio. Ghali un fake”

Il rapper Gue Pequeno è in uscita con il nuovo disco Mr. Fini e, per l’occasione, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera

Gue Pequeno
Gue Pequeno

Gue Pequeno, rapper milanese, uscirà con il suo nuovo disco il prossimo 26 giugno. L’album si chiama Mr. Fini e fa riferimento proprio al suo cognome. Il cantante, ai microfoni del Corriere della Sera, ha rilasciato una lunga intervista per l’occasione. Esordisce con sicurezza “Questo album è il mio kolossal”.

Risponde anche sulla questione del titolo dell’album che asserisce al suo cognome: “Da tempo pensavo di usarlo in un titolo, come Lil Wayne perché dà importanza”.

La copertina lo mostra in abito bianco intento ad accarezzare un gatto, palese citazione di Don Vito de Il Padrino. “E’ una citazione. Don Vito nel “Padrino”, il dottor Male di “Austin Powers”, nel cartoon dell’ispettore Gadget. Il gatto è simbolo del potere gangster”.

Sul suo progressivo abbandono alla trap, spiega di aver cercato di avere un suono senza tempo, che potesse più che altro inglobarne diversi. “Non è un disco di tendenza, non volevo fare quello che fanno tutti”.

Gue Pequeno tra il coronavirus e l’attacco all’Italia

Mai banale, Gue Pequeno non manca di attaccare il suo paese. Secondo il cantante, l’Italia è razzista e “lo si capisce dai cori allo stadio”. Poi spiega: “In Italia il calcio è tutto, le tifoserie sono a destra, non c’è quindi da stupirsi dei risultati di Salvini“.

In merito alla possibilità che vi sia un’icona di colore nel mondo rap, per la quale viene fatto il nome di Ghali, risponde senza peli sulla lingua: “Non avremo mai un rapper nero al numero 1. Ghali è un fake. Appartiene al mondo fashion e non sarà mai un idolo del mondo di colore”.

Infine, non manca un commento sulla quarantena trascorsa a Lugano. Guè ha ammesso di essersi depresso, ma allo stesso tempo ha avuto tempo per dedicarsi alla natura e leggere moltissimo. Buzzati, Chandler, “I diari dell’eroina” di Nikki Six. Ho anche scritto un soggetto per una serie tv su teenager cattivi, ma non necessariamente storie di strada”.

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