Brasile, il coronavirus crea il caos: crisi politica e contagi record. Bolsonaro rischia di perdere il controllo dopo l’escalation degli ultimi giorni
Il Brasile sta vivendo un momento estremamente difficile a causa del coronavirus. Malgrado l’implementazione delle misure di allontanamento sociale, il tasso di infezione da Covid-19 è ancora in forte aumento. I ricercatori dell’Imperial College di Londra prevedono che questa settimana ci saranno 7.790 morti, il secondo tasso più alto al mondo dopo gli Stati Uniti. Il numero di riproduzione R del paese, la media infettata da ogni persona con il virus, è pari a 2.
Ciò significa che la più grande nazione dell’America Latina potrebbe presto diventare il più grande hotspot mondiale per le infezioni.
Finora, il Brasile ha registrato poco più di 200.000 casi e 14.000 morti. Giovedì ha annunciato di aver subito altri 844 decessi per la malattia e i numeri sono in pericoloso aumento.
Tutti gli stati brasiliani hanno implementato alcune misure di allontanamento sociale a marzo, quando la diffusione del virus era meno avanzata di quanto non fosse in Europa. Ma la lenta crescita del Covid-19 associata alla sottovalutazione politica adottata da Bolsonaro, ha contribuito alla creazione del disastro.
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Brasile, il coronavirus crea il caos: crisi politica e contagi record

“Il Brasile ha tutto per una rapida diffusione della malattia”, afferma Carlos Machado, coordinatore dell’osservatorio contro il coronavirus presso il principale istituto epidemiologico del Brasile, Fiocruz. “Ciò non sarebbe accaduto se sin dall’inizio fossero state adottate misure efficaci. Il Brasile ha adottato mezze regole, non ferme come avrebbero dovuto, prolungando la sofferenza e l’impatto economico. Più a lungo restiamo in questo stato intermedio, maggiore è il costo economico”.
Ma in che modo il presidente Bolsonaro sta facendo fronte alla crisi? Molte proteste stanno crescendo nel paese per il tardivo intervento nel contenere la pandemia da parte del leader politico, oltre alla carente risposta sanitaria. Gli ospedali sono vicini al collasso e assolutamente non pronti a ricevere una tale ondata di infezioni. A questo si aggiunge anche una crisi politica, con una conseguente forte instabilità.
Il ministro della Sanità Luiz Henrique Mandetta è stato licenziato da Bolsonaro dopo gli scontri su come gestire l’epidemia e il popolare ministro della Giustizia Sergio Moro ha lasciato il paese dopo aver denunciato interferenze politiche. La scorsa settimana anche il sostituto di Mandetta, Nelson Teich, ha rassegnato le dimissioni dopo aver respinto la richiesta del presidente di raccomandare il farmaco a base di idrossiclorochina come trattamento. In questo clima di estrema incertezza, anche il Brasile sta pensando alla ripartenza economica da attuare nelle prossime settimane, anche se ad oggi sembra veramente azzardato.
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