Fase 2: la proposta delle aziende di trasporto pubblico

I dirigenti delle aziende di trasporto Atm Milano e Ferrovie Nord Milano hanno avanzato proposte al governo per l’organizzazione dei trasporti nella fase 2.

Autobus
Autobus (photo Pixabay)

I ministri e, di conseguenza, le aziende, sono in costante lavoro per riorganizzare la vita dei cittadini nella cosiddetta fase 2, dove si potrà uscire dalle proprie case, in un clima di “convivenza” con il virus. A tal proposito, uno dei settori che necessita in modo particolare di organizzazione è quello del trasporto pubblico. Il governo, al momento ha fatto richieste specifiche, ovvero, utilizzo di mascherine protettive e distanziamento di almeno un metro. Se per la prima non sembrano esserci problemi, per quanto riguarda invece il distanziamento, i dirigenti delle aziende di trasporto pubblico hanno individuato diverse problematiche, avanzando alcune proposte.

Come riporta Il Fatto Quotidiano, Arrigo Giana e Andrea Gibelli, dirigenti, rispettivamente, di Atm Milano e Ferrovie Milano Nord, hanno inviato una lettera alla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, dimostrando la loro preoccupazione sul tema del distanziamento sui mezzi di trasporto pubblico. Le preoccupazioni, come leggiamo dalla fonte, riguardano “la praticabilità di alcune misure previste”.

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Fase 2: le aziende di trasporto pubblico preoccupate

Bus
Bus (photo Pixabay)

Per i dirigenti delle aziende di trasporto pubblico, come riporta Il Fatto Quotidiano, il distanziamento di un metro sulle linee dovrebbe essere eliminato. Si deve mantenere invece l’utilizzo delle mascherine protettive. Il distanziamento, infatti potrebbe limitare la capacità dei trasporti dei cittadini a circa il 25-30% rispetto a condizioni di normalità, nonostante il calo di richiesta sarà comunque naturale. Questo potrebbe, inoltre, causare altri problemi, come l’affollamento alle fermate dei bus. In questo caso, l’assembramento sarebbe del tutto incontrollabile.

Altro problema messo in luce dai dirigenti riguarda le casse delle società che risentono fortemente della drastica diminuzione di acquisto dei biglietti. Secondo Giana e Gibelli, come leggiamo dalla fonte, garantire l’equilibrio economico-finanziario dei contratti è quanto meno essenziale.

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