Def 2020 approvato dal governo: cosa c’è nel testo definitivo

Def 2020 approvato dal governo: chiesta l’autorizzazione allla Commissione Europea per un indebitamenteo pesante, il Pil è in crollo

Coronavirus Italia
Il premier Giuseppe Conte (Getty Images)

Def 2020 approvato dal governo: dopo tre oitre di riunione e alcune limature finali, questa sera è uscito il testo definitivo. Il Documento di Economia e Finanza per l’anno in corso è figlio della situazuione che l’Italia sta vivendo. E infatti l’Italia ha già chiesto alla Commissione europea l’autorizzazione al ricorso all’indebitamento.

In particolare per il 2020 sarà di 55 miliardi di euro che scenderanno a 24,85 miliardi di euro nel 2021, ma risaliranno a 32,75 miliardi di euro nel 2022. E ancora 33,05 miliardi nel 2023, 33,15 miliardi di euro nel 2024, 33,25 miliardi di euro dal 2025 al 2031 e 29,2 miliardi di euro dal 2032.

Novità in vista anche per la pressione fiscale. Il nuovo decreto, ormai alle viste, cancellerà definitivamente gli aumenti dell’Iva. Quindi la pressione scenderà dal 41,8% del 2020 al 41,4% nel 2021. Le prime previsioni invece la davanto in salita al 42,5%. Tutte misure però che dovranno trovare le adeguate coperture per piter diventare effettive e sostenibikli.

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Def, tasso di disoccupazione su e scendono i redditi dei lavoratori

Decreto Conte Coronavirus
Il premier Conte e il ministro Gualtieri (Getty Images)

Altri numeri però non inducono all’ottimismo. Come quelli del Pil, in calo secco di almeno 8 punti, Ma potrebbero essere anche 10 se l’Italianon riuscirà ad uscire in tempi ragionevoli dall’emergenza causata dal Coronavirus. Inoltre il tasso di disoccupazione sarà in aumento dal 10% all’11,6% e il deficit salirà al 10,4% del Pil, come non avveniva da oltre 30 anni.

Ma in questo momento la necessità impellente è quella  di potenziare le misure delle garanzie a favore degli operatori economici pubblici e privati. Oltre a questo tutelare il lavoro, sostenere i settori produttivi maggiormente colpiti e rafforzare gli strumenti di protezione sociale.

Secondo il governo se non si fosse manifestato l’incubo (definito “cigno nero”) della crisi causata dal Covid-19 la nostra economia sarebbe stata in crescita. E invece sono attesi consumi in calo del 7,2% e investimenti del -12,3%. Inoltre i redditi dei lavoratori dipendenti diminuiranno del 5,7% (colpa anche della massiccia alla cassa integrazione attuale e futura). Male anche le esportazioni,  previste in discesa del 14,4% mentre le importazioni caleranno del 13,5%.

Non è tutto, perché “nella seconda metà dell’anno, una volta intrapreso un sentiero di graduale riapertura dei settori produttivi e di allentamento dei vincoli ai movimenti dei cittadini, potrebbe verificarsi una recrudescenza dell’epidemia. Quest’ultima renderebbe necessarie nuove chiusure delle attività produttive e restrizioni ai movimenti dei cittadini”.

Così il calo del Pil annuale nel 2020 diventerebbe ancora più pesante e la ripresa prevista per il 2021 tarderebbe. Uno dei rimedi potrebbe essere la vaccinazione di massa entro il primo semestre del prossimo anno. Nel Def sono comunque previsti strumenti per il rientro. Il principale è il “rilancio degli investimenti, pubblici e privati, grazie anche alla semplificazione delle procedure amministrative”. Ma anche contrasto all’evasione fiscale, riforma del sistema fiscale che punti alla semplificazione, oltre alla revisione e riqualificazione della spesa pubblica.