Cristiano Turato a iNews24: “Vi racconto il mio album. Rimpianti? Forse uno”

Ex voce dei Nomadi, autore, arrangiatore e cantante, Cristiano Turato ad iNews24

Cristiano Turato

Cristiano Turato, nato a Padova nel 1973 è stato un grande artista dello spettacolo musicale italiano. Tra Madaleine, Nomadi e Ivideo, Cristiano ha una lunga carriera artistica alle spalle e il suo nuovo album “La festa” esprime la volontà di rivivere i momenti
più importanti della sua vita mettendo in discussione le proprie certezze e mostrando le proprie fragilità. Cristiano ha speso qualche momento con noi di iNews24 per raccontarci del suo album composto da dieci inediti.

“La festa” è il tuo nuovo album. Sei tornato con un nuovo dopo 3 anni, come si sente il tuo più personale “io” in merito?

“Sto bene. In questi 3 anni ho avuto modo di raccogliere tantissime idee, scritti che avevo messo da parte. “La festa” è un album variegato, vive di tantissime sfumature, penso sia un piccolo puzzle della mia vita. Il mio modo di scrivere non dico sia particolare, ma non seguo mai regole discografiche che mi stanno strette. E’ uscito un lavoro molto bello”.

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“La festa” è un album che rappresenta un percorso d’analisi interiore molto importante. Pensi sia difficile riuscire a capire se stessi e metterlo nero su bianco?

“E’ difficilissimo se non sei una persona abituata a farlo. Moltissimi giornalisti mi hanno chiesto come vivo questo momento, riallacciandomi alla domanda, io questo momento lo vivo in maniera molto positiva – al di là delle cose gravi che succedono – vivo questo rallentare cercando di coltivare qualcosa di importante. La differenza è che un po’ per famiglia, un po’ per esperienza personale, ho imparato a vivere dentro e cercare sempre soluzioni per rinnovarmi”.

Cristiano aggiunge: “Questo rallentare è bellissimo, riesco a far cose che prima non potevo fare. Sono un gran lettore, leggere per me è come una droga e finalmente riesco a farlo come voglio”.

Cristiano Turato spiega la canzone Festa del suo nuovo album

“E’ una canzone nata ad agosto 2019 dopo un concerto in Calabria. E’ l’immagine semplice di un’Italia che io amo. Vivo al nord, ma amo moltissimo il Sud. Anche ora sento molti amici che vivono in diverse regioni del Sud, vedo proprio un amore, un legame, voglia di difendere la famiglia. L’Italia è un museo a cielo aperto, non abbiamo nulla da invidiare a nessuno. Era agosto, verso le 3 di notte, ero con mio figlio Francesco, ho aperto una piccola finestrella, ho rivissuto quella serata ed ho deciso di scrivere quel testo”.

Cosa significa per un’artista pubblicare un album, ma non poter incontrare i propri fan per poter condividere le proprie emozioni con loro?

“La logica vuole che dopo un disco deve esserci un tour che c’era, circa una trentina di date da Nord e Sud, ma è tutto rinviato. Ho voluto far uscire comunque l’album perché ho un’idea utopistica: prima di essere popolo, bisogna essere capaci di riprendere e di crescere a livello personale. La festa non esiste a livello Nazionale, prima di essere un cuore solo, c’è bisogno di unità. Nei miei tantissimi viaggi trovo che questa cosa ci sia, ma un po’ anche no. Ho voluto comunque pubblicare quest’album, grazie ad Aerostella che ha accolto questa mia voglia, perché bisogna imparare a far festa anche quando la festa non c’è”.

Per la prima volta da solo

Cristiano Turato

“In realtà sono una di quelle persone che crede ciecamente che da soli non si può fare nulla. Ho sempre una piccola squadra con cui prima di tutto cerco di legare, trovare punti di incontro. Per quanto riguarda il disco, è stato prodotto a 6 mani: io, Alberto Roveroni e Francesco Pisana. Per quanto riguarda il tour che era pronto, ci sono due musicisti del Sud, di Napoli, Paolo Convertito un poli strumentista e Francesco Minopoli che è un batterista. Con noi c’è anche Maurizio Vercon, un chitarrista bravissimo”.

Dando uno sguardo al passato, hai rimorsi o rimpianti della tua carriera musicale?

“No, rifarei tutto come ho fatto. Credo che ognuno di noi quando nasce ha un percorso da fare. Gli eventi della vita sono tanti, a volte succedono per cambiare il tuo percorso e probabilmente te ne accorgi poco dopo. Una cosa che rimpiango, nel periodo di Madaleine, è stato un periodo molto bello. Abbiamo vinto tanti festival, stavamo per chiudere un contratto discografico molto importante, ma per una serie di motivi non se ne fece nulla”.

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A CURA DI VALERIA CARDILLO