Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, ha indetto la gara per l’acquisto di 150mila kit per test sierologici. Contratto di fornitura entro fine aprile.

Tempi strettissimi e procedura d’urgenza, l’obiettivo è quello di sottoscrivere un contratto di fornitura per 150mila kit per test sierologici entro la fine di aprile. Un passaggio fondamentale per comprendere meglio la reale diffusione del virus Sars-Cov-2 sul territorio nazionale, indispensabile anche per pianificare il graduale ritorno alla normalità.
I test saranno effettuati a campione sulla popolazione, alla ricerca di coloro che sono già entrati in contatto con il virus e – questa è la speranza – hanno sviluppato un qualche genere di anticorpi.
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Coronavirus, test sierologici: offerte presentabili fino al 22 aprile

Il bando di gara è stato pubblicato sia sul sito del Ministero della Salute che su quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con tempi ristrettissimi. Le offerte dei potenziali fornitori infatti andranno presentate entro e non oltre il 22 aprile, con l’obiettivo di sottoscrivere un contratto definitivo già il 29 di questo mese.
Fondamentale sarà ovviamente l’attendibilità e l’omogeneità di questi nuovi test, determinanti per poter stabilire quali misure restrittive poter allentare e quali invece sarà necessario mantenere. In questo senso sono numerosi i criteri che i candidati che parteciperanno alla gara dovranno rispettare. Ci sarà inoltre una apposita commissione esaminatrice che valuterà il rispetto dei requisiti fondamentali.
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Comprendere la reale diffusione del virus in Italia
Con l’impossibilità (e l’inutilità) di eseguire i tamponi su scala nazionale, i test sierologici diventano sempre più importanti nell’ottica di poter capire la situazione reale nel paese. Sono diverse le soluzioni fornite da privati già sul mercato, eseguibili autonomamente a casa, ma l’attendibilità è ancora insufficiente.
L’elevato numero di falsi negativi infatti può facilmente diventare un boomerang, convincendo le persone di essere negative quando in realtà potrebbero a loro volta essere vettori di contagio.
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