Papa Francesco e una Via Crucis speciale, per la prima volta tutta la cerimonia di una Piazza San Pietro deserta e ancopra più suggestiva
Questa sera Papa Francesco e una Via Crucis speciale: in tutte le sue edizioni nel Venerdì Santo la preghiera e la meditazione erano state itineranti. Causa Coronavirus invece quest’anno è stato tutto concentrato in Piazza San Pietro. Un silenzio assoluto, rotto soltanto dalle preghiere e dalle riflessioni di chi ha partecipato. Immagini che ancora una volta faranno il giro del mondo.
Tutti i testi letti durante la Via Crucis in Piazza San Pietro, brani del Vangelo a parte, hanno una matrice sola. Sono infatti stati raccolti dal cappellano dell’Istituto di pena “Due Palazzi” di Padova, don Marco Pozza, e dalla volontaria Tatiana Mario. Li hanno scritti in prima persona diversi carcerati che hanno raccontato il loro percorso di peccato e di espiazione.
Oggi Papa Francesco, a sorpresa, aveva anche chiamato in diretta durante la trasmissione ‘A Sua immagine‘ su Rai 1. Lorena Bianchetti, da diversi anni conduttrioce del programma, ha chiesto al Papa come stia vivendo questo delicato momento della pandemia: “Penso al Signore crocifisso e alle tante storie dei crocifissi della storia, ma quelli di oggi. Sono medici, infermieri, infermiere, suore, sacerdoti, morti al fronte, come soldati, che hanno dato la vita per amore. Sono resistenti come Maria sotto le croci loro, delle loro comunità, negli ospedali, curando gli ammalati. Oggi anche ci sono crocifissi e crocifisse che muoiono per amore”.
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Via Crucis in Piazza San Pietro, la croce portata da ex carcerati, medici e infermieri

Durante le stazioni della Via Crucis nel’insolita sede di Piazza San Pietro, diversi i protagonisti chiamati a portare la croce. Come Michele, ex detenuto del “Due Palazzi” e oggi diventato un uomo nuovo e piccolo imprenditore. O il direttore della casa circondariale padovana Claudio Mazzeo e il vicecommissario della Polizia Penitenziaria, Maria Grazia Grassi, insieme ad un agente della stessa polizia. Ma c’erano anche la volontaria Tatiana Mario e il cappellano don Marco Pozza.
In piazza pure alcuni medici e infermieri del Fondo assistenza sanitaria del Vaticano, in prima linea nel servizio agli ammalati colpiti dal Virus. Come Esmeralda Capristo, medico internista del Policlinico Gemelli e ricercatrice di Medicina interna all’Università Cattolica. E Paolo Maurizio Soave, anestesista rianimatore del Policlinico Gemelli e docente a contratto dell’Università Cattolica, sede di Roma.
“Dopo 29 anni di galera – dice in un passaggio un detenuto sottoòposto al 41-bis – non ho ancora perduto la capacità di piangere. Di vergognarmi della mia storia passata, del male compiuto”. E un sacerdote, accusato ingiustamente e poi assolto definitivamente racconta: “La vergogna, per un istante, mi ha condotto al pensiero che sarebbe stato meglio farla finita. Poi, però, ho deciso di rimanere il prete che sono sempre stato”.