Coronavirus, tamponi rapidi autorizzati dal ministero della Salute per accelerare i tempi. Ecco chi ne potrà usufruire e come funzionano

Coronavirus, tamponi rapidi o test molecolari veloci. Chiamateli come volte, ma sono la nuova frontiera dei controlli in Italia. Lo ha certificato il via libera da parte del Ministero della Salute con una circolare che fissa anche altri punti fermi nei controlli. Il più importante è sulle categorie da sottoporre ai test per il coronavirus.
Rientrano in questo range di chi potrà effetuare i test con tampone rapidi certamente tutti gli operatori sanitari esposti a maggior rischio. Quindi il personale ospedaliero. Ma anche tutti coloro che operano nei servizi di soccorso ed emergenza. E ancora, il personale ausiliario e i tecnici verificatori.
Inoltre sono stati inclusi anche gli operatori sintomatici dei servizi pubblici essenziali , compresi quelli affetti da lieve sintomatologia. Questo in caso di decisione sull’eventuale sospensione dal lavoro. Stesso discorso per gli operatori, anche asintomatici, delle strutture residenziali per anziani, le cosiddette Rda così duramente colpite da Covid-19. Inoltre anche le persone a rischio di sviluppare una forma grave della malattia e più a rischio. Sono i soggetti anziani affetti da tumori malattie polmonari e malattie cerebrovascolari Così come chi soffre di insufficienza cardiaca e patologie renali.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Coronavirus, Fontana: “Picco causato dall’aumento dei tamponi effettuati”
Tamponi, sono 11 i test ritenuti validi dal ministero e quindi acquistabili

Ma il ministero della Salute ha anche previsto che nelle zone di alta trasmissione del Covid-19 possano essere utilizzati i laboratori mobili. Sono le cosiddette ‘drive-in clinics’ che permettono i test sull’auto, con i campioni prelevati dal paziente direttamente dal finestrino aperto. Una procedura che in alcune città italiane era già stata avviata.
In tutto sono 11 i test a tampone rapido vidimati dal ministero e per questi sono anche state indicate le aziende produttrici. Le Regioni quindi potranno rifornirsi di questi test certificati, che dovranno però essere esaminati nei laboratori indicati dalla stessa circolare, con un numero potenziato. Il ministero ha spiegato pure cosa pensa dei test sierologici per la rilevazione degli anticorpi Coronavirus. “Sono molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale. Ma come attualmente anche l’Oms raccomanda, necessitano di ulteriori evidenze sulle loro performance e utilità operativa”.
Inoltre nelle aree in cui è presente per ora una limitata trasmissione del virus, meglio non esagerare. Se le risorse sono sufficienti, devono essere effettuati test a tutti i pazienti con infezione respiratoria. Ma almeno per ora non devono comunque essere utilizzati in assenza di prescrizione medica oppure ospedaliera.
Infine i pazienti che sono stati già confermati positivi “non devono essere sottoposti ad ulteriori test diagnostici per Covid-19”. Questo almeno fino al momento della loro guarigione clinica determinata da una serie di prove. Assenza di sintomi e tampone naso-faringeo ripetuto due volte a distanza di almeno 24 ore. Qui devono esserci risultati negativi per la presenza di Covid-19 prima della definitiva dimissione.