Coronavirus, un cerotto attualmente sotto sperimentazione negli Usa potrebbe aprire nuovi scenari nella ricerca di un vaccino efficace
Emergenza Coronavirus, un cerotto saprà battere il Covid-19? Ne sono convinti i ricercatori che lo stanno studiando coordinati dall’Università di Pittsburgh. Anche perché i primi test sugli animali sono stati decisamente positivi, in attesa che lo stesso metodo venga testato anche sugli uomini. Una fase-2 che, assicurano gli esperti, potrebbe partire già a fine aprile.
Il nuovo vaccino, uno dei tanti sui quali le équipes di ricercatori sono al lavoro in tutto il mondo. è stato ribattezzato ‘PittCoVacc’. E gli esiti della sperimentazione iniziale sioino stati pubblicati da poco sulla prestigiosa rivista EBiomedicine (edita da Lancet). In pratica il rimedio è un cerotto nel quale sono inseriti 400 microaghi. Non penetrano profondamente nella pelle, quindi non lascviano segni e non provocano fuorisicuta di sangue. Ma soprattutto entro al massimo 3 minuti si sciolgono non lasciando in pratica traccia.
A descrivere il metodo è Andrea Gambotto, ricercatore italiano che lavora insieme ad altri colleghi alla Pittsburgh University. Ha confermato che secondo i primi dati raccolti, la possibilità che questo vaccino protegga dal virus Covid-19 è alta. Ma adesso la fase della ricerca è volta a confermare la capacità di neutralizzare il virus su cellule umane in provetta.
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Una notizia che apre certamente nuove frontiere di speranza, anche se è presto per parlare di soluzuione definitiva. Il prototipo del vaccino è già stato inviato alla Food & Drugs Administration americana. Se da questa arriverà il via libera, nel giro delle prossime tre-quattro settimane comicerà anche la sperimentazione sui pazienti.
Come ha spiegato il dottor Gambotto non dovrebbe essere necessario un grande campione di volontari. Perché se il vaccino dimostra la sua efficacia basteranno i test sul sangue di alcuni pazienti e nel giro al massimo di 8 settimane dalla prima fase artriverà una risposta. Ecco perché i tempi per una produzione in serie dovrebbero essere relativamente brevi. “Se tra 2-3 mesi avremo dati sufficienti e e la situazione rimarrà quella attuale di una pandemia, come ora, potremo muoverci subito. L’obiettivo è quello di inserirlo insieme al vaccino dell’influenza stagionale”. Quindi realisticamente entro il prossimo autunno.
Ilò vantaggio di questo vaccino, se verrà dimostrata la sua efficacia, è notevole. Intanto per le dimensiolni, perché è grande quanto il polpastrello di un dito. E poi perché risulta formato da una miscela di proteine e zuccheri lavorati con una centrifuga. Dopo essere stato prodotto, il vaccino può rimanere a temperatura ambiente fino al suo utilizzo e quindi non necessita di alcuna refrigerazione durante il trasporto o lo stoccaggio. Inoltre l’équipe che ci sta lavorando è la stessa che l’aveva già fatto ai tempi dell’epodemia causata dalla Sars, quindi conosce a fondo il tema.