Coronavirus, bloccate ben 600mila mascherine inviate dalla Protezione civile per far fronte all’emergenza nella zona rossa. Sono state definite: “Non omologate per uso sanitario”
In questo momento uno dei maggiori problemi dell’emergenza coronavirus in Italia è legato all’approvvigionamento delle mascherine. Nonostante le continue donazioni da parte delle grandi nazioni estere, dapprima la Cina, poi Stati Uniti e Russia, ne servono ancora molte, soprattutto per tutti gli operatori sanitari che lavorano in prima linea.
Proprio per questo nelle scorse ore è stato disposto un ordine di 600mila pezzi da parte della Protezione Civile per rifornire ospedali nelle varie zone italiane più in difficoltà.
L’ordine dei medici provinciali era in attesa di questo importantissimo “dono” per poter continuare a lavorare in sicurezza, ma una volta ricevuto è arrivata la doccia gelata.
Le 600mila maschere non sono conformi all’utilizzo medico, quindi praticamente inutili alla causa.
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Coronavirus, bloccate 600mila mascherine inviate dalla Protezione Civile

Il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri ha dichiarato: “Le mascherine provenienti dalla Protezione Civile non possono essere autorizzate per uso sanitario“.
Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli ha ripreso l’indicazione di Arcuri per avvisare tutti i presidi ospedalieri e gli operatori sanitari di “sospendere immediatamente la distribuzione e l’utilizzo di quanto ricevuto“.
Nello specifico le mascherine erano registrate come “Ffp2 equivalenti“, inviate dalla Protezione Civile agli ordini dei medici dei capoluoghi di Regione. Peccato però che non abbiano superato il test per l’uso sanitario.
La segretaria della Fimmg Lombardia, Paola Pedrini, ha confermato “l’errore” durante un’intervento su Radio Capital: “Abbiamo avuto una donazione di maschere ma non sono certificate per l’uso dell’operatore sanitario”. Poi aggiunge: “Non le possiamo usare e a distanza di settimane dall’inizio della pandemia siamo di nuovo in carenza di dispositivi di protezione. Per ora sono disponibili solo alcune mascherine chirurgiche, pochissime con il filtro. Per il resto non abbiamo altre forme di protezione”.
Purtroppo la fornitura di materiale sanitario rimane uno dei principali problemi nel nostro paese per combattere un’emergenza che ancora non accenna a diminuire.
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