Coronavirus, attenzione: c’è una cosa che molti genitori fanno ma che non è permessa. Il gesto, fatto spesso in assoluta buona fede, rischia tuttavia di compromettere il sacrificio collettivo.
L’ora d’aria ai bambini. Un fenomeno non autorizzato ma sempre più frequente nei vari comuni nostrani. Per carità: anche giusto da molti (tanti) punti di vista, ma al contempo pericoloso in questo preciso momento della curva epidemiologica.
Soprattutto se poi questo avviene in contemporanea tra più famiglie come si è visto in qualche località. Sia chiaro: per certi aspetti, è anche comprensibile. Perché stare a casa con i bambini, di questi tempi, non è assolutamente facile. Soprattutto per chi non ha un cortiletto, un giardino o un terrazzino dove poter far svagare i propri piccoli impossibilitati nel socializzare a scuola.
Coronavirus, l’errore dei genitori
Specialmente per chi magari ha una casa affollata e magari non così capiente. Ma tutto ciò sta spingendo diversi genitori a commettere l’errore di esporsi e di esporre i propri bambini, anche se è dimostrata la grossa efficienza immunitaria dei giovanissimi contro il Covid-19. Ma si sa: sempre meglio non rischiare. Anche perché i bimbi non sono totalmente immuni, anche se porta loro ‘solo’ febbre o al massimo congiuntivite.
Ma sono comunque portatori del contagio. Ed è per questo che è opportuno tener botta il più possibile, senza portarli all’aperto e soprattutto lasciarli segretamente incontrare con dei piccoli coetanei per un’oretta o poco più. E’ dura, ma va fatto. Bisogna resistere ancora un po’, poi arriverà davvero l’ora d’aria.
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L’ora d’aria: l’apertura del ministro Bonetti
Perché in un certo senso a prometterlo è stato Eleonora Bonetti, ministro della famiglia. Intervenuta di recente ai microfoni di RaiNews, la rappresentante politica si è espressa proprio su questo delicato argomento: “Questo è un tema importante che ho voluto porre all’attenzione e che affronterà col ministero della salute nelle prossime ore e nei prossimi giorni, anche sollecitata da tante associazioni che hanno sollevato la questione”.
C’è un doppio filone da seguire: la sicurezza da una parte, la salvaguardia dei nostri fanculli dall’altra. Dunque: “A dispetto delle regole, la sicurezza della salute per tutti è prioritario. Ma noi stiamo chiedendo ai bambini e ai giovani un sacrificio enorme. Non possono giocare con i loro coetanei, non possono fare attività sportiva e non possono andare a scuola. C’è però anche una salute integrale anche psicomotoria per queste generazioni”.
Dunque c’è massima disponibilità e consapevolezza della problematica: “E siccome non sarà domani che potranno tornare a giocare in modo normale, dobbiamo permettere loro in modo graduale sicuro e tutalato di poter uscire e di poter iniziare a fare un’attività psicomotoria. Ovviamente non in gruppo ma da soli e che abbia il pieno rispetto delle regole per il contenimento al virus”. Qualcosa si muove. Ma i tempi non sono ancora maturi. Lo saranno tuttavia tra un po’. Per il bene di tutti, adesso, bisogna restare a casa il più possibile.
Nell'intervista a RaiNews ho parlato delle proposte che metto in campo per le famiglie, assegno universale straordinario per ciascun figlio fino a 14 anni, sostegno ai bambini e ai ragazzi e la possibilità per loro di tornare gradualmente a uscire in sicurezza, un numero di sostegno psicologico per chi è solo e in difficoltà, l'attenzione alle donne vittime di violenza. Per superare insieme questo momento e ripartire.
Pubblicato da Elena Bonetti su Lunedì 30 marzo 2020