Coronavirus, Conte parla ai tedeschi in una lunga intervista all’emittente ARD, per difendere i Coronabond e l’unità europea
Emergenza Coronavirus, Conte parla direttamente ai tedeschi per spiegare la posizione dell’Italia sui Coronabond. Ma al tempo stesso difende l’idea di un’Europa comune e coesa nella lotta alla pandemia di coronavirus. Lo fa con un’intervista all’emittente tedesca ARD che gli sreve anche per chiarire le differenti visioni tra i due governi.
“Io e Angela Merkel – spiega – abbiamo manifestato due visioni diverse durante la nostra discussione. Ma lo dico chiaro a tutti cittadini tedeschi. Noi non stiamo scrivendo una pagina di un manuale di economia, stiamo scrivendo una pagina di un libro di storia“. Il premier ha ribadito che questa non è una situazione cercata, ma di estrema contingenza. E nessuno vuole specularci sopra o sistemare i propri conti in altro modo.
Per questo ha ricordato le manovre economiche della Cina di fronte alla crisi da Coronavirus. Ma anche i 2mila miliardi messi sul piano dal governo Usa per sostenere l’economia. E l’Unione Europea cosa fa, rimane a guardare senza reagire? Oppure dobbiamo pensdare, ha spiegato, che ogni Paese debba agire in proprio mentre esiste l’UE che dovrebbe pensare a tutti? Il rischio, senza interventi, è che l’Europa diventi davvero meno competitiva nel panorama economico mondiale.
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Conte chiede maggiore unità all’UE perché in ballo c’è l’intera economia
Dopo aver parlato dell’Europa e del suo ruolo, Giuseppe Conte è tornato ad illustrare le mosse dell’Italia, che ha sempre onorato i suoi debiti. Lo farà anche questa volta, ma nessuno deve essere contrario a priori agli Eurobond o Coronabond, come vogliamo chiamarli. “Il meccanismo non significa che i tedeschi dovranno pagare un solo euro per i debiti italiani”. Semplicemente serviranno a cereare migliori condizioni economiche per tutti.
Ma soprattutto il Presidente del Consiglio ha sottolineato come quello attuale non sia un problema solo italiano. Per questo l’Europa deve cambiare passo e mentalità, superando regole economiche che andavano bene per tempi diversi e situazioni diverse. Mai come questa volta l’UE “deve mostrare se è una casa comune europea, una casa in grado di dare una risposta a una sfida epocale”.
Molto di più potremo capirlo in occasione del prossimo Eurogruppo, già programmato per il 7 aprile prossimo. Come ha spiegato opggi il ‘Financial Times’ la commissione Ue sta lavoramndo su diverse ipotesi. Una in particolare dovrebbe smuovere risorse fino a 100 miliardi di euro per aiutare i Paesi ad affrontare l’impennata della disoccupazione. Saranno concessi prestiti per finanziare le iniziative destinate a chi è finito in cassa integrazione per favorire il rientro nel mondo del lavoro con impieghi part-time e programmi di formazione. E prestiti potranno essere garantiti da fondi già nel bilancio europeo olttre che da risorse stanziate dai Paesi membri.