Eurobond contro il Coronavirus, 9 governi in pressing sull’UE

Eurobond contro il Coronavirus, l’Italia guida un gruppo di nove nazioni che stanno mettendo pressione all’Unione Europea per dare il via

Decreto Conte Coronavirus
Coronavirus, il premier Conte e il ministro Gualtieri (Getty)

Emissione di Eurobond contro il Coronavirus. Una soluzione per sostenere, almeno temporaneamente, tutte le economie in crisi che sta trovando diversi sostenitori. In realtà però la parola definitiva spetta all’Unione Europea che sull’argomento ancora non si è espressa. E il parere negativo della Germania, anche in un momento difficile come questo, rischia di pesare.

Intanto però è nato un fronte comune del quale fa parte a pieno titolo anche l’Italia. Attribuirsi tutti i meriti dell’idea sarebbe esagerato, ma certo il premier Conte e il ministro dell’Economia Gualtieri ci fanno conto. Anche perché al momento sanno di avere l’appoggio di almeno otto altre nazioni a cominciare dalla Francia di Emmanuel Macron.

Sono in tutto nove i firmatari della lettera congiunta per chiedere il varo degli Eurobond, o meglio dei ‘Coronabond‘. Oltre all’Italia, ci sono le foirme in calde dei primi ministri di  Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia. Ma anche quelli di  Grecia, Irlanda, Belgio e Lussemburgo. Complessivamente quindi un movimento ampio ed eterogeneo, che ha deciso di mettere pressione al presidente UE, Charles Michel. E lo ha fatto alla vigilia della videoconferenza di domani, 26 marzo, nella quale saranno virtualmente presenti tutti i 27 paesi dell’Unione.

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Coronabond, anche la Bce pronta ad appoggiare la proposta una tantum

Eurobond Coronavirus
Coronabond, l’Europarlamento deve rispondere (Getty)

Il presidente Conte oggi ha postato su Facebook il testo della lettera. Quasi superfluo sottolineare come la pandemia del Coronavirus sia uno shock economico che non ha precedenti sui conti degli stati mondiali. Ecco perché di fronte a problemi eccezionali servono anche eccezionali risposte. E l’Europa mai come adesso deve dimostrare di essere unita superando i singoli confini per una risposta comune.

I 9 Paesi fimatari sottolienano come sia “necessario lavorare su uno strumento comune di debito emesso da una istituzione europea”. Questo per raccogliere fondi sul mercato sulle stesse basi, con un beneficio di tutti gli stati membri, per assicurare un finanziamento stabile e di lungo termine alle politiche necessarie per contrastare i problemi economici.

Inoltre accanto alle decisioni della Bce servono “decisioni di politica fiscale di analoga audacia, come quelle che abbiamo iniziato ad assumere”. Una mossa per rafforzare le economie dei Paesi, affinché una volta usciti dalla crisi possano ripartire subito. E accanmto a questo, i fimatari chiedono strumenti nuovi. Come un fondo specifico dedicato alle spese legate alla lotta al Coronavirus, almeno per tutto il 2020 e il 2021.

Una battaglia che in qualche modo potrebbe essere appoggiata dalla Banca Centrale Europea. Christine Lagarde che la guida, nella videoconferenza dell’Eurogruppo di ieri avrebbe appoggiato l’idea di produrre Coronabond ‘una tantum’ come stumento in via eccezionale. Un provvediemto legato all’attuale emergenza, perché solo così l’Europa può uscirne limitando le perdite. Una risposta ufficiale arriverà però solo nelle prossime ore.

Christine Lagarde BCE
Christine Lagarde, numero uno della Bce (Getty Images)