Coronavirus, il patologo Silvestri: “Ecco 10 motivi per essere ottimisti” 

Emergenza Coronavirus: nonostante tutto, ci sono ben 10 motivi per essere fiduciosi. Lo assicura Guido Silvestri, patologo di fama mondiale che ha illustrato via social questi aspetti. 

farmaci coronavirus
La speranza da un farmaco Anti-artrite (Websource)

Coronavirus, ci sono ben 10 minuti per essere fiduciosi malgrado l’emergenza totale. A riferirlo è direttamente il patologo Guido Silvestri, un’eccellenza nostrana nel mondo.

Capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, direttore della Divisione di Microbiologia ed Immunologia allo Yerkes National Primate Research Center e membro dell’Emory Vaccine Center, l’esperto ha postato un lungo messaggio sul proprio profilo Facebook in cui ha rassicurato tutti.

L'OTTIMISMO CHE VIENE DALLA CONOSCENZAScrivo questo post alla fine di una giornata di 14 ore tra ospedale e…

Pubblicato da Guido Silvestri su Giovedì 19 marzo 2020

Coronavirus, 10 motivi per essere fiduciosi

Primo punto: l’origine del virus. Uno studio di pochi giorni fa, infatti, ha dimostrato che il Covid-19 ha un origine naturale e zoonotica. Proviene dal mondo animale, in particolare pipistrelli e pangolini e sono dunque smontate le bizzarre tesi complottistiche.

Secondo punto: l’infezione non è letale per i bambini. Uno studio dimostra che su 2.145 casi totali di piccoli positivi in Cina, oltre il 90% era asintomatico e in tutti gli altri c’erano sintomi lievi o moderati. Si è registrato purtroppo un solo decesso, ma per il resto la matematica impone pieno ottimismo sui giovanissimi.

Terzo aspetto: la letalità è stimata inferiore al 2%. Malgrado il numero di vittime che purtroppo continua a crescere in Italia, i dati certificano che oltre il 98% dei positivi guariscono. I numeri alti dei decessi è proporzionale al dato ancor più impressionante di positività. E l’età media dei decessi, anche se non è certo una ‘consolazione’, è parecchio alta.

Pericolosità, immunità e medicinale contro il Covid-19

Quarto punto: il virus non è ovunque. Le ultime ricerche hanno dimostrato che il coronavirus persiste al massimo tre giorni su superfici come plastica e acciaio, poche ore invece su materiali come cartone e rame. Dunque no alla paranoia che il pericolo sia dovunque: non è così.

Quinto aspetto: immunità naturale in arrivo. Il nostro organismo – riferisce il professore – dovrebbe infatti sviluppare un’autodifesa nell’arco di massimo 6-12 mesi. E’ quanto si evince soprattutto dopo gli esami svolti alle persone precedentemente malate e ora guarite.

Sesto punto: del medicinale fa ben sperare. Farmaci come il Remdesivir, e immunomodulatori come Tocilizumab, Baraticinib, ed altri – assicura Silvestra – danno una bella iniezione di fiducia per questa battaglia. Il tutto sempre ricordando che queste terapie sono da riservare a casi severi o critici, mentre i malati lievi o moderati guariscono da soli o con terapia sintomatica.

Il vaccino in arrivo e la primavera

Settimo aspetto: speranza per il vaccino. Si sta lavorando intensamente soprattutto in Italia e negli USA su diverse piattaforme vaccinali, in particolare vaccini a RNA e vaccini a base della proteina spike (S) ricombinante. Questi potrebbero essere pronti per gli studi clinici iniziali entro il prossimo autunno, anche se per studi di efficacia clinica vera e propria ci vorranno probabilmente 12-18 mesi.

Ottavo elemento: la primavera ci aiuterà. Nuovi dati, anche se non ufficiali, fanno ben credere che con l’avvento della primavera la criticità dovrebbe rientrare o quanto meno attenuarsi.

Nono motivo di positività: molti sono ciarlatani. “Per favore smettiamo una volta per tutte di ascoltarli. Mi riferisco sia ai ciarlatani in malafede — che sono solo degli sciacalli, cialtroni ed accattoni — che a quelli, ahimè, in buonafede, cioè persone credulone ed impaurite che spargono disinformazione perché, molto semplicemente, non sanno di cosa stanno parlando”, scrive l’esperto.

Infine torneremo a vivere come prima. “Io rimango nonostante tutto fermamente ottimista, e sono convinto che tra qualche mese torneremo a vivere come prima – anzi, che vivremo meglio di prima, se da questa grande paura avremo imparato le giuste lezioni, come scienziati, come cittadini (sia in Italia che in USA) e come umanità in generale”, conclude Silvestri.

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