USA, pesante accusa alla Cina sul coronavirus: “Creato in laboratorio”. Intanto i numeri dei contagi e delle vittime aumentano a vista d’occhio
Tante notizie nelle ultime settimane sono uscite riguardo il coronavirus. La più grande crisi sanitaria a livello mondiale degli ultimi anni ha tenuto e tiene banco nei media di ogni paese. Dalle iniziali smentite dell’OMS riguardo un serio rischio di pandemia, alla frettolosa marcia indietro di fronte a numeri che iniziano a diventare spaventosi. Le vittime si avvicinano a quota 2.000, i contagi sono prossimi ai 70.000 casi, il tutto con una rapida evoluzione che spaventa il sistema sanitario internazionale.
Riprendendo l’audio dell’italiano a Wuhan, condiviso su WhatsApp, bisognerebbe porsi diverse domande. Spacciato subito per fake e accusato di sciacallaggio informativo nella psicosi collettiva, tanto falso poi non sembra essere stato. Riprendendo passo passo le dichiarazioni si scopre che quasi tutte si avvicinano all’attuale verità. Città cinesi militarizzate nella provincia di Hubei, coprifuoco esasperato, impossibilità di partire e prendere aerei. Proseguendo con i numeri della pandemia, si diceva 70.000 contagi e circa 9000 morti. Siamo ancora al di sopra delle stime diffuse attualmente, ma non così impensabili vista l’escalation. E anche la creazione del COVID 19 in laboratorio, inizia a non essere solo una fantasia speculativa.
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USA, pesante accusa del senatore Cotton alla Cina sul coronavirus: “Creato in laboratorio”

Anche gli Stati Uniti dubitano delle versioni condivise da Pechino. Negli ultimi giorni il senatore repubblicano Tom Cotton ha suggerito come i funzionari cinesi abbiano ingannato il pubblico sulle origini del coronavirus.
Il politico dell’Arkansas, durante un’audizione del Comitato di servizio armato del Senato con i leader militari statunitensi, ha descritto il coronavirus come “la più grande e importante storia del mondo” e “peggio di Chernobyl”.
Cotton ha suggerito che Pechino non era stata così disponibile sul numero di infezioni e “mentiva fin dall’inizio” per minimizzare la gravità dell’epidemia. Funzionari cinesi sono stati accusati di ridurre il numero di casi e di ritardare i rapporti a distanza di settimane prima che fosse ufficialmente riconosciuto dal governo.
“Hanno anche affermato, per quasi due mesi fino all’inizio di questa settimana, che ha avuto origine in un mercato del pesce a Wuhan“, ha detto Cotton, riferendosi a uno studio pubblicato da The Lancet. “Questo non è il caso“.
“Dei 40 casi originali, 14 di loro non avevano alcun contatto con il mercato del pesce, incluso il paziente zero“, ha detto Cotton. “Vorrei sottolineare che Wuhan ha anche l’unico superlaboratorio della Cina di livello di bio-sicurezza quattro che lavora con i patogeni più mortali del mondo per includere anche il coronavirus“.
Cotton si riferiva al Wuhan National Biosafety Laboratory dell’Accademia cinese delle scienze, che indaga “i patogeni più pericolosi”, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Mentre Cotton ha qualificato le sue affermazioni dicendo “non sappiamo ancora da dove” provenga il virus. Tutto questo si inserisce nel filone delle teorie cospirative sulle origini del virus. La più diffusa resta quella secondo cui il virus “è nato in laboratorio collegato al programma cinese di guerra biologica“.
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