L’azienda di Mark Zuckerberg si lancia in una nuova sfida. Foto e non solo in Hobbi, la nuova app di Facebook appena rilasciata al pubblico.
Sperimentare, sperimentare, sperimentare. Un mantra per le aziende come Facebook, sempre alla ricerca di nuove soluzioni pronte a diventare di tendenza tra giovani e meno giovani. I reparti S&D (Ricerca e Sviluppo) dei big del mondo digitale sono soliti registrare decine di brevetti ogni anno, a volte centinaia, e lanciare nuovi prodotti in sordina. Di questi solo una piccola parte sono destinati ad avere un futuro, mentre la maggior parte viene poi cessata per sparire nel nulla.
Dopo aver implementato molte delle funzioni di Snapchat nei suoi social network, Facebook questa volta sembra aver preso di mira Pinterest, social incentrato sulle fotografie con la possibilità di salvarle e catalogarle all’interno di raccolte personalizzate.
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La nuova app di Facebook strizza l’occhio a hobbysti e creativi

Come suggerito dal nome, Hobbi, il nuovo social si presenta con l’intento di coinvolgere coloro a cui piace “sporcarsi le mani”. Dagli aspiranti chef ai fanatici del fai da te, dai decoratori agli artisti e gli artigiani. Uno spazio pensato per “catturare quel che amate fare” e “organizzare il vostro processo creativo”, come si legge nella più che sintetica descrizione presente sull’App store.
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Hobbi, nuovo trend o semplice esperimento?

Non è un caso che il lancio non sia stato pubblicizzato, anzi. L’app, ad oggi disponibile solo sullo Store americano (su quello italiano c’è un’app omonima, ndr), è sviluppata dal New Product Experimentation (NPE) Team, una apposita divisione di Facebook. Come si evince dal nome, l’obiettivo di questo team è proprio quello di sperimentare nuovi prodotti.
Proprio in virtù di questo è stata la stessa Facebook in passato a dire che non ha problemi a terminare le piccole app realizzate da questa specifica divisione, magari incorporando le funzioni che hanno riscosso maggiore consenso in altre piattaforme. Pochissimi i dettagli trapelati riguardo Hobbi, di certo c’è che solo l’eventuale successo tra il pubblico potrà garantirne la sopravvivenza.