Venerdì 14 ci sarà il confronto tra sindacati ed Unicredit: l’istituto di credito punta a liberare 6mila dipendenti e chiudere 450 filiali in Italia

Venerdì 14 febbraio Unicredit dovrebbe incontrare i sindacati per discutere della trattativa per il piano di uscita di seimila dipendenti e la chiusura di quattrocentocinquanta filiali in vista del 2023. Le uscite dovrebbero essere tutte su base volontaria e 500 riguardano “ulteriori eccedenze di capacità” in seguito alle azioni del vecchio piano mentre le altre 5.500 sono nuove. La banca ha recentemente raggiunto anche un’intesa con i sindacati in Germania e Austria per gli esuberi in quei paesi. Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha convocato i vertici Unicredit per venerdì 21.
Unicredit, il piano di intesa con i sindacati
L’intenzione di Unicredit è quella di cercare delle soluzioni condivise e si ritiene “sostenibile far riferimento all’uscita di personale più prossimo al diritto di pensione, con un anticipo medio rispetto al primo requisito pensionistico di 36 mesi, adottando finestre di uscita che garantiscano certezza di realizzazione degli obiettivi di riduzione”. L’istituto inoltre “chiarisce sin da ora che, nell’ambito della valutazione, si terrà conto delle residue circa 400 richieste di accesso alla sezione straordinaria del fondo di solidarietà di settore raccolte e non accettate nell’arco di piano Transform 2019 tra la popolazione maturante il primo requisito pensionistico entro il 30 giugno 2024”. Mentre, per quelli che “successivamente al termine della raccolta del precedente piano hanno avuto un anticipo della maturazione del proprio requisito pensionistico entro il 1/mo giugno 2024” la banca “conferma la disponibilità a gestirne la cessazione in via prioritaria entro la fine del primo semestre 2020”.
Non è d’accordo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che riferisce: “Questo è inaccettabile. No a numeri a scatola chiusa. L’Unicredit continua ad avere un atteggiamento inaccettabile: l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier si illude di poterci squadernare un piano a scatola chiusa, di fatto senza discutere i numeri, tutti già cristallizzati nella lettera di avvio di procedura sul confronto che ci è arrivata oggi”.
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