Vicenza, a dicembre aveva annunciato pubblicamente di voler andare in Svizzera per sottoporsi ad eutanasia. Ora ha cambiato idea dopo aver parlato con il vescovo.

Vicenza, Stefano Gheller da quando aveva 14 annideve lottare contro la distrofia muscolare che l’ha costretto su una sedia a rotelle. Oggi che ne ha 46 l’uomo, che vive nel paese di Cassola, aveva annunciato pubblicamente di voler mettere fine alle sue sofferenze. E per questo era disposto ad andare in Svizzera, Paese nel quale l’eutanasia è libera.
Una confessaione disperata, a metà dicembre, che nascondeva anche in fondo una richiesta di aiuto. E il suo appello è stato raccolto da monsignor Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza. Il prelato, poco prima che finisse il 2019, ha fatto personalmente visita a Stefano e l’ha rincuorato con parole di coraggio e di speranza.
Così lui oggi doce di avere cambiato idea. Monsignor Pizziol, come conferma l’uomo, è stato decisoivo perché “mi ha fatto bene al cuore, gli ho chiesto di poter intercedere per organizzare un incontro con Papa Francesco“. Ora Stefano vuole tornare a vgovere, anche se non sarà facile. Soprattutto vuole coronare il suo sogno di andare almeno una volta nella vita a visitare New York, la sua città del cuore.
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Vicenza, Stefano Gheller dalla disperazione alla speranza

Il 12 dicembre scorso, intervfistato dal ‘Giornale di Vicenza’ Stefano Gheller aveva annunciato la sua volontà di ricorrere all’eutanasia: “Non mi hanno mai permesso di sopravvivere con dignità, almeno sceglierò di morire con dignità”, diceva. E spiegava di non aver mai fatto una vacanza in vita sua, di dover sempre chiedere l’aiuto di amici per ogni cosa. La pension che riceve è minima, riesce giusto a pagarsi una badante e quella non è vita.
Quindi la decisione: “Non ho mai potuto decidere nulla nella mia vita, ma come morire posso. Ho preso contatti con una clinica in Svizzera, là per morire ci vogliono 10 mila euro, quelli che mi mancano li chiederò agli amici oppure attiverò una raccolta fondi. Ho già avviato le prime pratiche”.
Grazie a quelle parole però era cominciata una gara di solidarietà incredibile e tanti si erano offerti di dargli una mano, soprattutto persone che non conosceva. Poi la visita del vescovo che gli ha fatto cambiare idea. “Da quando ho raccontato la mia storia, in tantissimi sono venuti a trovarmi, mi hanno accolto nelle loro case durante le feste. Non ho mai avuto nulla, allora chiedo a chi potrà e vorrà di aiutarmi ad esaudire l’unico grandissimo sogno della mia vita: aiutatemi ad andare a New York».