Tre morti in poche ore sul Gran Sasso: ieri una donna, oggi due alpinisti. Le ultime sull’accaduto.
In pochi ore sul Gran Sasso, tra ieri ed oggi, si sono registrati 3 morti. Nel pomeriggio di Natale una donna ha avuto la peggio mentre provava a salire sulla vetta del Corno Grande. L’escursionista, esperta della zona in quanto anche originaria di essa, probabilmente è scivolata su una placca a vento. Il suo corpo è stato ritrovato sul Gran Sasso dopo l’allarme lanciato dai familiari al 118 per il mancato rientro. La signora, di anni 49, si chiamava Franca Di Donato. Il ritrovamento della donna è arrivato dopo una notte di ricerche che ha visto al lavoro anche l’elicottero dell’aeronautica militare. Ora è in corso il recupero del corpo.
Invece due alpinisti stamane, dopo aver pernottato nel rifugio Franchetti nella notte, si sono messi in marcia per salire in vetta al Gran Sasso. Durante il percorso i due sono caduti e scivolati in valle. I corpi dei due alpinisti, pare essere originari di Sulmone, sono stati recuperati nel primo pomeriggio dalle squadre del Soccorso Alpino.
Gran Sasso pericoloso, scatta l’allarme
Marco Iovenitti, guida alpina e responsabile piano valanghe sul Gran Sasso, ha lanciato l’allarme riguardo la pericolosità del massiccio montuoso ai microfoni de La Repubblica: “Neve un po’ ce n’è poi però ha piovuto e ha fatto vento fortissimo, raffiche fino a 180 all’ora, quindi è diventato tutto una lastra di ghiaccio ovunque, anche dove non c’è neve. Perfino sull’erba è tutto ghiacciato, tutto vetrificato.
Purtroppo oggi non è un “Buon Giorno” per le montagne di casa. Visti i numerosi incidenti (anche mortali) di questo ultimo mese, volevo fare una fotografia attuale del Gran Sasso. La montagna è molto insidiosa in questo periodo: da 1000 a 1600/1700 metri circa, pendii esposti a SUD, praticamente senza neve ed in veste ‘estiva’. Da 1800 a 2900 metri circa, presenza di manto nevoso (anche di piccolo spessore e non continuo) e di ghiaccio vetrato su tutti i versanti.
Pendii al di sotto dei 1800 metri esposti a Nord, Nord-Est, Nord-Ovest (che prendono poco sole) presentano la medesima situazione. I forti venti di garbino dei giorni scorsi uniti alla pioggia caduta violenta anche a quote di 2100/2200 metri hanno letteralmente vetrificato tutti i pendii, anche quelli dove non c’è manto nevoso. Frequente la presenza di placche ventate rigide, poggianti su neve ghiacciata (o ghiaccio vivo). Bisogna prestare, quindi, la massima attenzione, muoversi rigorosamente con attrezzatura adeguata, avere ottime conoscenze delle tecniche alpinistiche e dei pericoli oggettivi”.
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