San Francesco e il primo presepe a Greccio, una storia tutta italiana

San Francesco ha molti meriti, anche quello di aver dato vita al primo presepe della storia nel Tredicesimo Secolo. Da allora a Greccio non è cambiato nulla.

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Greccio, il Santuario che custodisce il primo presepe della storia (Getty Images)

San Francesco e il primo presepe, una storia che non tutti conoscono. Perché se oggi nelle case di tutti i cristiani c’è la ricostruzione della Natività, lo dobbiamo al Santo di Assisi che è stato il primo a pensarci e a volerla. Come sede scelse Greccio, un paesino nel Reatino.

Come ha fatto sapere successivamente il suo biografo ufficiale,  fra Tommaso da Celano, il Natale era la festa più bella dell’anno per San Francesco. Era infatti “il giorno in cui Dio fattosi bambinello s’era nutrito con il latte di una donna”. Ma Francesco era anche stato in Terra Santa e così decise di portare la Natività in Italia.

Quindici gironi prima del Natale del 1223, Francesco consultò il suo amico Giovanni Velita, ricco possidente di Greccio che qui possedeva un’alta montagnatraforata da grotte e circondata da boschi. Qui è nato il Santuario che ha come nucleo centrale la Cappella del Presepio, edificata nel 1228,anno in cui Francesco venne canonizzato.

Cinque anni prima però grazie a Giovanni Velita, dopo l’autorizzazione pontificia, il santo rappresentò per la prima volta la nascita di Gesù, facendo nascere il Presepe. Qui viene riproposta la scena dipinta da Giotto nella Basilica Superiore di Assisi. C’è Francesco, inginocchiato, che adora il Bambino mentre in alto a destra il sacerdote celebra la messa. E dietro di lui,  l’uomo vestito con una lunga tunica rossa sarebbe proprio Giovanni Velita

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Papa Francesco a Greccio, le parole sul presepe e sulla sua storia

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Papa Francesco e il presepe: a Greccio sulle tracce delle origini (Getty Images)

Il 1° dicembre scorso anchre Papa Francesco ha voluto testimoniare la sua vicinanza al presepe facendo visita al Santurio di Greccio. Lì ha ricordato il primo presepe vivente di San Francesco: “Con la semplicità di quel segno, realizzò una grande opera di evangelizzazione. Il suo insegnamento è penetrato nel cuore dei cristiani e permane fino ai nostri giorni”.

C’era già stato tre anni fa, per ammirare quella che San Giovanni Paolo II aveva definito la ‘seconda Betlemme‘. Ma ha voluto manifestare con la sua presenza concreta la sua vicinanza alle tradizioni della cristianità, oggi troppo spesso attaccate. Non a caso in quella occasione aveva anche firmato sull’altare la Lettera ‘Admirabile signum’.