Papa Francesco sui migranti: “Salvateli o Dio ne chiederà conto!”

Papa Francesco difende il diritto dei migranti di vivere. In tempi difficili come questi, il vertice della Chiesa richiama tutti i fedeli ai propri compiti morali. 

Papa Francesco (Getty Images)

 

Papa Francesco difende i migranti. Ennesimo appello quello fatto dal Santo Padre verso tutti i propri fedeli ora che ci sono tempi davvero bui. Il razzismo, la xenofobia, l’odio e la paura stanno governando la direzione in cui gira il mondo.

E così invece che andare verso un futuro luminoso ed unito, sembra andare verso un passato oscuro e divisorio. Il Papa ha ricevuto in dono degli oggetti appartenenti a dei migranti, tra i quali un giubbotto di salvataggio. La commozione e la tristezza ha riempito l’aria, prima che Papa Francesco invitasse tutti alla preghiera, in silenzio, col dolore nel cuore.

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Papa Francesco sui migranti: “Salvateli o Dio ne chiederà conto!”

Di seguito le parole commosse del Santo Padre, pronunciate durante l’incontro con alcuni profughi provenienti da Lesbo, riportate su LaSanteSede.

“Questo è il secondo giubbotto salvagente che ricevo in dono. Il primo mi è stato regalato qualche anno fa da un gruppo di soccorritori. Apparteneva a una bambina che è annegata nel Mediterraneo. L’ho donato poi ai due Sottosegretari della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Ho detto loro: “Ecco la vostra missione!”. Con ciò ho voluto significare l’imprescindibile impegno della Chiesa a salvare le vite dei migranti, per poi poterli accogliere, proteggere, promuovere ed integrare.

Il giubbotto “veste” una croce in resina colorata, che vuole esprimere l’esperienza spirituale che ho potute cogliere dalle parole dei soccorritori. In Gesù Cristo la croce è fonte di salvezza, «stoltezza per quelli che si perdono – dice San Paolo –, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio» (1Cor 1,18). Nella tradizione cristiana la croce è simbolo di sofferenza e sacrificio e, al tempo stesso, di redenzione e di salvezza.

Questa croce è trasparente: essa si pone come sfida a guardare con maggiore attenzione e a cercare sempre la verità. La croce è luminescente: vuole rincuorare la nostra fede nella Risurrezione, il trionfo di Cristo sulla morte. Anche il migrante ignoto, morto con la speranza in una nuova vita, è partecipe di questa vittoria. I soccorritori mi hanno raccontato come stiano imparando l’umanità dalle persone che riescono a salvare. Mi hanno rivelato come in ogni missione riscoprano la bellezza di essere un’unica grande famiglia umana, unita nella fraternità universale.

Papa Francesco Greccio presepe
Papa Francesco a Greccio per riscoprire il vero presepe (Getty Images)

La seconda parte del messaggio

Ho deciso di esporre qui questo giubbotto salvagente, “crocifisso” su questa croce, per ricordarci che dobbiamo tenere aperti gli occhi, tenere aperto il cuore, per ricordare a tutti l’impegno inderogabile di salvare ogni vita umana, un dovere morale che unisce credenti e non credenti”. 

“Come possiamo non ascoltare il grido disperato di tanti fratelli e sorelle che preferiscono affrontare un mare in tempesta piuttosto che morire lentamente nei campi di detenzione libici, luoghi di tortura e schiavitù ignobile? Come possiamo rimanere indifferenti di fronte agli abusi e alle violenze di cui sono vittime innocenti, lasciandoli alle mercé di trafficanti senza scrupoli? Come possiamo “passare oltre”, come il sacerdote e il levita della parabola del Buon Samaritano (cfr Lc 10,31-32), facendoci così responsabili della loro morte? La nostra ignavia è peccato!

Ringrazio il Signore per tutti coloro che hanno deciso di non restare indifferenti e si prodigano a soccorrere il malcapitato, senza farsi troppe domande sul come o sul perché il povero mezzo morto sia finito sulla loro strada. Non è bloccando le loro imbarcazioni che si risolve il problema. Bisogna impegnarsi seriamente a svuotare i campi di detenzione in Libia, valutando e attuando tutte le soluzioni possibili.

Bisogna soccorrere e salvare, perché siamo tutti responsabili della vita del nostro prossimo, e il Signore ce ne chiederà conto al momento del giudizio. Grazie.

Adesso, guardando questo giubbotto e guardando la croce, ognuno in silenzio preghi.

Il Signore benedica tutti voi”. 

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