Brexit alle porte, cosa cambia per gli italiani?

Brexit alle porte, perché dal 31 gennaio 2020 Londra sarà fuori dal mercato unico. Ma cosa cambia in concreto per gli italiani che vivono lì e per i turisti?

Brexit Londra italiani turisti
Il voto ha confermato anche la Brexit, la Gran Bretagna si prepara (Getty Images)

Il risultato del voto in Gran Bretagna è anche la conferma che la Brexit diventerà realtà il prossimo 31 gennaio. Tra Londra e l’Unione Europea già nei prossimi giorni si limeranno i dettagli, ma intanto c’è una buona fetta di popolazione che trema. Le ultime stime infatti dicono che nel Regno Unito vivono almeno 3 milioni e mezzo di europei immigrati e circa 700mila sono italiani.

All’inizio per tutti non cambierà nulla perché in base agli accordi del governo britannico con l’UE fino al 31 dicembre 2020 è garantita la libera circolazione di persone, oltre che di beni e servizi. Intanto però entro la fine del prossimo anno i cittadini non britannici che vivono lì da più di 5 anni dovranno chiedere il ‘settled status’, ossia il permesso di residenza permanente. Un foglio che permette di rimanere a vita nel Regno Unito. Chi invece risiede lì da meno di 5 anni potrà richiedere il ‘pre-settled status’, valido fino alla scadenza dei 10 anni.

In effetti, grazie ad una informazione preventiva da parte del governo, già a fine ottobre 2019 erano stati 2,4 milioni gli europei che avevano fatto domanda per il settled status. E quasi 2 milioni avevano anche ottenuto il permesso. Ma il governo guidato da Boris Johnson, appena riconfermato, ha attuato una politica dura e restrittiva sull’immigrazione. E ha ribadito che chi non si metterà in regola verrà rispedito a casa, senza se e senza ma.

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Turisti italiani, per il Regno Unito ci sarà bisogno del visto

Boris Johnson Brexit
Il premier britannico Boris Johnson, favorevole alla Brexit (Getty Images)

Cambierà molto però anche per i turisti, compresi gli italiani, sempre dal 1°gennaio 2021. Chi andrà nel Regno Unito, anche solo per una breve vacanza, dovrà comunque fare richiesta di un visto elettronico. Una domanda da presentare almeno tre giorni prima di partire. Il permesso potrà essere ottenuto online e avrà una durata massima di tre mesi. Chi invece volesse fermarsi di più dovrà invece ottenere un permesso di lavoro. Un paradosso, perché ad esempio per entrare a Hong Kong, ex possedimento britannico e ora sotto l’ombrelo della Coina, basta il passaporto e non serve il visto.

Ma soprattutto per essere in regola alla frontiera non sarà più sufficiente la sola carta d’identità valida per l’espatrio. Nel Regno Unito si entrerà solo con il passaporto, quello biometrico. Lo scopo fondamentale è quello di dare una stretta ad immigrati (anche italiani) senza qualifiche privilegiando invece i lavoratori specializzati.

Inoltre, anche se in possesso del permesso di soggiorno, gli italiani non avranno più diritto a ricevere sussidi statali e all’assistenza sanitaria gratuita. Tutti, europei compresi, dovranno pagare una tassa pari a 625 sterline a testa per l’assistenza, indipendentemente dal fatto di utilizzarla o meno.