Atlete professioniste anche in Italia, adesso si può. Con un emendamento alla manovra sono stati infatti approvati gli sgravi per chi tessera le donne.

Atlete professioniste, finalmente anche l’Italia apre alla riforma. Una svolta storica, invocata da tempo non solo nel mondo del calcio, ma finora ignorata. Oggi però la svolta grazie alla commissione Bilancio del Senato che ha approvato un emendamento alla manovra presentato dal Pd. In pratica le donne vengono equiparate ai colleghi maschi, attribuendo pure a loro le tutele previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo.
Ma soprattutto viene introdotto uno sgravio fiscale pari al 100% per tre anni destinato alle società sportive che sottoscrivono con le altete contratti di lavoro sportivo. L’incentivo sarà valido da gennaio 2020 e fino a tutto il 2022 “entro il limite massimo di 8mila euro di su base annua”.
Lo aveva chiesto a lungo anche un’atleta simbolo come Sara Gama, capitana della Nazionale di calcio che ha fatto innamorare tutti ai Mondiali di Francia. Ancora di recente aveva ricordato le differenze quando giocava in Francia al PSG rispetto ad ora con la Juventus: “Ero una dipendente del club e lì il campionato femminile è semiprofessionista. Esistono i contratti federali che le società sono libere di offrire alle atlete. Di fatto oggi in Italia c’è una discriminazione di genere che non permette a nessuna atleta di essere professionista”.
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Professionismo nello sport femminile, le reazioni della politica

La parola magica in questo caso è possibilità e non obbligo. I club infatti potranno aderire agli sgravi e quindi assumere a tutti gli effetti le atlete. Ma non ci sarà nessuna costrizione a farlo, anche se così potrebbe crearsi differenze clamorose.
La politica però ha fatto un passo importante e lo riconoscono per primi i firmatari dell’emendamento. Come Susy Matrisciano (5 Stelle): “”Si tratta di un primo passo importantissimo. Ora proseguiremo in questo percorso per consentire alle atlete italiane di coltivare il proprio talento sportivo in condizione di sempre maggiore parità con i colleghi maschi”,
Il primo firmatario è Tommaso Nannicini, senatore Pd. Secondo lui si tratta di un passo concreto per tutelare le donne che si dsedicamno appieno allo sport paragonandole ai maschi. Ma è solo un primo passo.