La Giornata Mondiale dei Diritti Umani ricorda il 10 dicembre del 1948, giorno della Dichiarazione Universale dell’Onu. In seguito c’è stata un’evoluzione
Il 10 dicembre del 1948, a Parigi, gli Stati membri delle Nazioni Unite (Onu) presero un’importante decisione. Si decise di mettere per iscritto i diritti individuali dell’uomo, universali e inviolabili. Si giunse alla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo. Per questo motivo oggi si ricorda la Giornata Mondiale dei Diritti Umani. Il mondo usciva dalle tragiche conseguenze della seconda guerra mondiale. Morte e distruzione convinsero le Nazioni Unite a prendere dei provvedimenti.
Tra questi rientra senza dubbio la scrittura di quei diritti che tutti gli uomini devono avere. Per la prima volta venivano messa per iscritto e resa universale l’uguaglianza dinanzi a determinati diritti ritenuti inviolabili. La giornata mondiale si celebra per ricordare al mondo che per ottenere tali diritti si è combattuto.
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I motivi della celebrazione e le “nuove” generazioni di diritti umani

La celebrazione è importante anche per ricordare al mondo che tanti popoli non godono ancora dei diritti umani. Non sono bastati settantuno anni da quel 10 dicembre 1948 per assicurare i diritti universali a tutti. Nonostante ciò, le condizioni di vita di alcuni paesi del mondo hanno portato ad una evoluzione dei diritti. Si possono, così, distinguere diritti umani di prima generazione, quelli relativi ai diritti civili e politici. Questi riguardano l’autonomia della persona e la partecipazione degli individui alla vita ed alle decisioni politiche dello Stato.
Tra i diritti civili troviamo la libertà di opinione, di stampa, di espressione, uguaglianza davanti alla legge. I diritti di seconda generazione sono i diritti sociali, economici e culturali. Tali diritti includono il diritto al lavoro, all’educazione, all’assistenza sociale. I diritti umani di terza generazione, infine, riguardano la collettività e la solidarietà sociale.