Renato Zero con Dio e contro l’aborto, ancora una volta nel suo ultimo album il cantautore prende una posizione chiara. E i suoi testi sono un inno alla vita.

Renato Zero con Dio e contro l’aborto. Perchè il suo ultimo lavoro si chiama ‘Zero il folle‘. Ma in realtà è un’analisi lucidissima della società di oggi con i suoi eccessi e la sua perdita di valori. la voglia, insomma, di recuperare quel senso della dignità che seconda lui l’umanità sta perdendo.
Basta scorrere i testi di alcuni dei tredici brani contenuti nell’album per avere chiara l’idea del messaggio che Zero vuole lanciare. Non sono mai banali le sue parole e anche questa volta lo dimosrra, come sta facendo in questi giorni con un tour che tocca diverse città d’Italia.
In fondo dopo quasi cinquant’anni di carriera potrebbe pure permettersi di adagiarsi. E invece come ha confettao in un recentissima intervista ad ‘Avvenire’ “ancora oggi scrivo non per dare risposte ma per spingere a farsi domande, anzi per dare modo a chiunque di provare a capire le cose”.
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Renato Zero e il messaggio sulla fede, un album su cui riflettere

In fondo già quasi quarant’anni fa Renato Zero cantava ‘Potrebbe essere Dio’ (riproposta in verisone riarrangiata anche di recente). Già allora il suo messaggio era chiaro perché il condizionale del titolo veniva sostituito da tante certezze nel testo della canzone. E oggi fa lo stesso in alcune delle nuove canzoni.
Come ‘La culla è vuota‘, un inno alla vita e alla voglia di fare figli per convinzione e non per obbligo. Secondo Zero l’amore tra due persone non deve essere fine a se stesso, ma pensare ad un fine ultimo che è la creazione. E per quero condanna senza se e senza ma l’aborto anticoncezionale.
Invece in ‘Quattro passi nel blu‘ tratta il tema della morte ma a modo suo, ricordando amici che non ci sono più come Mango e Lucio Dalla. Una visioke serena della fine che non mette paura. Nell’album se la prende anche contro i maschi che vogliono fare i superuomini ignorando i problemi della vita quotidiana.
Ma poi c’è pure ‘Quanto ti amo‘. Vista così pitrebbe sembrare la classica ballata piena di sentimenti. In realtà, anche se lo scopriamo solo alla fine, non è dedicata ad una donna ma a Dio: “Per me l’amore è protezione – ha confessato nell’intervista ad ‘Avvenire’ – e comunicare agli altri la loro potenza: se non dici t’amo la gente sfiorisce, va speso. E perché non avrei dovuto nominare Dio? Quando trovi un amore così forte e poderoso come fai a non chiamarlo per nome?”.