
Sta facendo molto discutere – e non potrebbe essere altrimenti – il post pubblicato sui social dall’agenzia funebre Taffo, nota per le sue “uscite” estemporanee e dissacranti su fatti e personaggi di attualità.
Nel giorno dedicato alla lotta contro la violenza sulla donne, Taffo ha pubblicato un’immagine con un copy ben visibile in alto (“Ci sono due tipi di donne) seguito dall’immagine di una bara e da un messaggio (“Quelle che denunciano”). In basso, a chiudere il post, l’invito a chiamare il numero anti violenza 1522.
Una provocazione a tutti gli effetti che esemplifica con il solito stile di Taffo diretto e pungente la sorte che attende le donne vittime di violenza costrette a subire un supplizio estremo o a ricorrere all’unica arma a loro disposizione, quella della denuncia, per evitare altri soprusi.
Potrebbe interessarti >>> Stupro di gruppo sulla moglie e violenza sul figlio: arrestato un 40enne
Utenti divisi sui social
L’immagine postata da Taffo è stata ripresa da siti mainstream e ha scatenato un vivace di battito sui social tra coloro che hanno apprezzato il black humour della pagina giudicando l’immagine come un messaggio forte capace di rendere al meglio uno spaccato triste, ma tangibile, della realtà e chi, invece, indignandosi, ha apostrofato l’agenzia funebre con epiteti non certo di apprezzamento.
Nulla di strano, se non la riproposizione del solito cliché social con gli utenti divisi in opposti “schieramenti” nel commento e nella critica di post o articoli virali.
La precisazione di Taffo
La certezza, in un dibattito che è proseguito per tutta la giornata e prosegue tuttora tra like e condivisioni, è che Taffo è riuscita ancora una volta a colpire nel senso e a far parlare di sé. Considerata la mole di interventi, la stessa Taffo è stata “costretta” a pubblicare un messaggio tra i commenti del post in cui chiarisce il proprio intento.
“Alcune critiche ci costringono a scrivere un commento chiarificatore.
Il post è un’iperbole, è chiaro che esistono anche donne felici e donne che non hanno mai subito violenze. È anche vero che le istituzioni non aiutano, non informano e anche se una donna denuncia poi manca la certezza della pena. È lapalissiano che la colpa è di uomini violenti e infami, non serve scriverlo.
Lo sapevamo che il post poteva dare seguito ad alcune polemiche, chiaramente siamo sui social e non in un congresso, il messaggio deve essere contratto e deve colpire.
Non importa se arriva qualche critica, se questo post serve a dare la forza o a far capire anche solamente ad una donna, la situazione in cui versa, noi abbiamo già vinto.”
E voi come la pensate ?
Leggi anche – Violenza sulle donne, ecco la causa principale secondo l’Istat